La notizia della negatività al tampone è stata accolta come una liberazione dai nipoti di Nonna Anna, molto conosciuta in città anche per la sua veneranda età che la rende una cittadina che ha “accompagnato” di fatto Cava de’ Tirreni a cavallo di un secolo.
Era il 2 novembre quando è arrivata la notizia che nonna Anna potesse essere un soggetto a rischio, avendo avuto rapporti con una persona risultata nelle ore precedenti positiva a CoViD-19, e che dunque anche lei avrebbe fatto meglio a sottoporsi al tampone. A spaventare i familiari anche il fatto che nonna Anna avesse qualche linea di febbre già dai giorni precedenti: e così, è partita la corsa per effettuare un tampone che sciogliesse ogni dubbio riguarda una sua possibile positività al Coronavirus.
Dopo una prima telefonata al medico di base, come raccontato dai nipoti di Anna a Fanpage.it, l’inizio del calvario: serviva in primis un sierologico, ma il laboratorio privato aveva spiegato contestualmente che, visto che la donna avrebbe potuto essere positiva, non vi fossero infermieri disponibili a recarsi sul posto. Oltre alla positività al Covid-19, la donna ha iniziato ad accusare anche sintomi un po’ più gravi. Ha superato la guerra, ha superato l’influenza spagnola, non poteva morire di CoViD-19”, ha aggiunto la nipote.
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