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Strage del bus: assolto il tecnico dell’Aspi

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Non dichiaro’ il falso nella testimonianza resa per la Strage di Acqualonga, ma le discrepanze tra quanto dichiarato agli inquirenti durante le indagini preliminari e quanto riferito da testimone nel processo per l’incidente che costo’ la vita a 40 persone, che si trovavano a bordo di un pullman precipitato dal viadotto autostradale dell’A16, erano affermazioni che tendevano a “integrare e precisare quel che aveva riferito durante le indagini”.

Cosi’ il giudice monocratico del tribunale di Avellino, Lucio Galeota, scrive nella sentenza di assoluzione per il tecnico di Autostrade per l’Italia spa Paolo Anfosso.

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Il progettista nell’udienza del 17 febbraio 2017 era stato ascoltato in merito alla riqualifica delle barriere autostradali nel tratto interessato dall’incidente. Il 28 luglio 2013 un pullman vecchio e malandato ebbe un cedimento meccanico che compromise irrimediabilmente il sistema frenante. Dopo aver urtato due volte le barriere del viadotto Acqualonga dell’A16, il pullman sfondo’ i new jersey e precipito’ da un’altezza di 25 metri. Per quella vicenda il tribunale di Avellino ha inflitto 12 anni di reclusione al titolare dell’agenzia che noleggio’ il bus, Gennaro Lametta, 9 alla funzionaria della Motorizzazione civile di Napoli Antonietta Ceriola, che falsifico’ la revisione del bus, e pene tra i 5 e i 6 anni a 6 dei 12 dirigenti e tecnici di Aspi imputati. Anfosso in quel processo era un testimone e la sua versione spinse i pm Rosario Cantelmo e Cecilia Annecchini a chiedere la trasmissione del verbale di udienza alla procura per procedere nei confronti del tecnico per falsa testimonianza. Richiesta che il giudice Luigi Buono respinse, non rilevando incongruenze o addirittura dolo nelle dichiarazioni rese in aula. Tesi che e’ stata confermata anche nel processo di oggi, con l’assoluzione piena perche’ il fatto non sussiste. A gennaio prossimo comincera’ il processo d’Appello per la Strage del 2013.


Articolo pubblicato il giorno 2 Novembre 2020 - 21:03

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