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La Panchina Rossa della scuola Martiri d’Ungheria di Scafati come simbolo di rifiuto della violenza nei confronti delle donne

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E’ compito della scuola promuovere la conoscenza e il rispetto delle differenze, creare momenti di riflessione volti a combattere pregiudizi, offrire modelli positivi, a partire da un uso corretto e responsabile delle parole.

La Scuola Secondaria di primo grado Martiri d’Ungheria , allo scopo di sensibilizzare le studentesse e gli studenti sulla necessità di contrastare l’attuale e sempre più crescente fenomeno della violenza di genere, ha inteso realizzare diverse iniziative volte a richiamare l’attenzione dei cittadini e delle Istituzioni.
Le iniziative della “Panchina Rossa” antistante all’ingresso della nostra scuola, realizzata in accordo con il Sindaco Dott.re Cristoforo Salvati e l’amministrazione comunale di Scafati e, le scarpe rosse poste sull’atrio sono il simbolo di un’attività corale, un’azione che vede coinvolta tutta la nostra comunità scolastica: docenti, studenti, personale amministrativo e collaboratori scolastici. A tali azioni farà seguito, grazie al grande lavoro di sensibilizzazione svolto dal nostro corpo docente, la realizzazione di una mostra online realizzata con messaggi e lavori grafici di tutti i nostri alunni. Si tratta di simboli fisici che devono diventare contemporaneamente un luogo per diffondere consapevolezza su questo preoccupante fenomeno e segni tangibili di un impegno quotidiano volto ad aiutare le donne a uscire da situazioni di violenza.

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La panchina che inaugureremo la mattina del 25 Novembre 2020, in occasione della “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, riporterà il numero del telefono antiviolenza e stalking 1522, perché oltre che un momento di riflessione , vuole essere uno strumento ,a chi ne avesse bisogno, per indicare un percorso di fuoriuscita dalla violenza.
La nostra scuola intende sottolineare che “educare contro la violenza di genere” vuol dire anche decontaminare il codice linguistico dalla pratica diffusa dei commenti osceni, dei doppi sensi volgari, degli intercalari che umiliano e offendono la donna in quanto tale, rappresentandola come oggetto del desiderio e del potere dell’uomo, oggetto e non soggetto. Significa denunciare e rifiutare espressioni che legittimano mancanza di rispetto, denigrazione della sessualità e della libertà femminile.

Non possiamo delegare il compito di contrastare la violenza di genere al solo Stato, alle istituzioni, agli organismi di parità. Occorre attuare quel lavoro di rete che coinvolga i singoli e che sia promotore del cambiamento culturale alla base della definitiva risoluzione della violenza contro le donne.
Tutto ciò deve partire dai nostri giovani, da quello che loro rappresentano come future generazioni. La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo equo e sostenibile.

Dirigente Scolastica Dott.ssa Paola Vigogna

panchina rossa
Foto di repertorio


Articolo pubblicato il giorno 24 Novembre 2020 - 19:23


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