Confesercenti Campania si unisce al grido d’allarme di Confesercenti Nazionale sulla perdita di fatturato stimata a causa della seconda ondata del coronavirus e dei nuovi parziali o totali lockdown delle attivita’.
Se sul territorio italiano parliamo di 8/10 miliardi di euro di spesa delle famiglie bruciati nel quarto trimestre di quest’anno (consumi bloccati dalla paura e dalle nuove restrizioni alle attivita’), in Campania la perdita di fatturato (mancati consumi) per gli esercenti e’ di 76/78 milioni di euro al mese, tra i 2.4 e i 2.6 milioni al giorno, ovvero tra i 300 e i 350 milioni di euro in fumo nell’ultimo trimestre dell’anno, secondo le stime di Confesercenti.
“La situazione e’ drammatica – avverte Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania – nella nostra regione. In media le nostre attivita’ d’impresa fatturavano 8 miliardi di euro al mese sino al 2019: ora viaggiano con il freno a mano tirato, con una perdita di almeno il 50%, ovvero di 4 miliardi al mese. Le nuove restrizioni, la chiusura alle 18 delle attivita’, lo smart working che non favorisce la spesa dei consumatori, il disagio sociale e la paura del contagio portano le nostre stime di perdita giornaliera in Campania di 2.4/2.6 milioni al giorno e a Napoli e provincia di 1.2 milione al giorno. Un’enormita’, un peso insostenibile per le nostre aziende, destinate al fallimento o peggio ancora a finire nella morsa dell’usura e della malavita”.
Lo studio di Confesercenti Campania evidenzia oggettive difficolta’: i negozi di 30-50 mq, che hanno un costo di 250 euro al giorno, stanno perdendo mediamente dai 100 ai 150 euro al di’, il che vuol dire che ogni imprenditore si sta indebitando mediamente dai 3000 ai 4500 euro al mese.
Le cifre salgono con la grandezza dei locali: sempre nel settore abbigliamento (nel settore ristorazione ci sono ulteriori uscite) i costi quotidiani salgono a oltre 400 euro per negozi di 100/150 mq, con perdite che vanno dai 4500 ai 7000 euro al mese. Infine una struttura da 200 ai 400 mq ha un costo di 780 euro al di’: ovvero perdite dai 6000 ai 9000 euro al mese. “Il fitto, i costi di sanificazione, le utenze, le tasse, i dipendenti (da 2 a salire a seconda della grandezza) – sottolinea Confesercenti – sono costi insostenibili le per le nostre attivita’.
L’abbattimento del 50% del fatturato, con incassi vicini allo zero di mattina, quando c’e’ poca gente per strada, e con la chiusura alle 18 di sera, rende ogni sforzo vano. In Campania siamo ovviamente in linea con quello che sostiene Confesercenti Nazionale: chiediamo con forza e con un urlo disperato che il Governo intervenga subito. Tutte queste aziende sono fortemente candidate al fallimento e se vogliamo scongiurarlo lo Stato deve aiutarle con denaro fresco, con bonifici immediati, con i soldi dell’UE in modo che ci sia un supporto ad imprenditori e lavoratori. Bisogna fermare e annullare le tasse e i pagamenti.
Non basta il 40% di sgravio fiscale, anche perche’ viene assicurato solo se c’e’ un certo fatturato e qui in Campania nessuno o quasi puo’ vantarlo. Stiamo impoverendo, ulteriormente e pericolosamente, il nostro territorio”. “L’indebitamento conduce alla chiusura. Per questo riteniamo che sia assolutamente necessario anche bloccare le procedure di fallimento: se non si fara’ cosi’ – conclude Confesercenti – il rischio e’ di far cadere le imprese nelle mani della criminalita’ organizzata”.
Articolo pubblicato il giorno 1 Novembre 2020 - 09:20