La “Carta di Sorrento” è il manifesto realizzato per i venticinque anni del Premio “Penisola Sorrentina”, da un’idea del patron Mario Esposito e del giurista Luigi Cerciello Renna che ne è stato il redattore.
Il documento è stato presentato recentemente al Comune di Sorrento nel corso dei lavori della 25a edizione del Premio dedicato all’audiovisivo.
Alla cerimonia di presentazione hanno partecipato, in presenza e da remoto, anche rappresentanti istituzionali governativi e regionali, tra cui il Sottosegretario ai beni e attività culturali Anna Laura Orrico, il Consigliere per gli Affari Istituzionali del Ministro Franceschini, Giampaolo D’Andrea, il Direttore generale per le Politiche Culturali ed il Turismo della Regione Campania Rosanna Romano, il Sindaco di Sorrento Massimo Coppola.
La Carta di Sorrento intende porsi come strumento di supporto a strategie e scelte di Legislatore e Decisore pubblico al fine di favorire, in una visione olistica di Ambiente Turismo e Cultura, la transizione verso un nuovo corso che leghi l’attesissima svolta ‘green’ del sistema Paese al patrimonio materiale e immateriale che fa dell’Italia la nazione ambasciatrice nel mondo della Bellezza, che il documento auspica trovi riconoscimento quale valore identitario nazionale nell’ordinamento statale e locale.
La Carta sollecita un Patto per il Suolo che sancisca l’impegno della società civile per il contenimento dell’uso sregolato del suolo come l’architrave delle politiche di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici. E chiede un ruolo rilevante dell’Italia nell’azione della comunità internazionale contro il “Green Grabbing” quale moderna forma di aggressione al diritto al cibo e alla terra che spetta a ogni popolo. La Carta evidenzia poi la rilevanza dell’Acqua nell’economia circolare. Il Documento chiede altresì un cambio di rotta alle istituzioni scientifiche affinché, nel comunicare rischi sanitari e ambientali, si ritengano responsabili anche e soprattutto di quel che i cittadini comprendono.
La Carta poi promuove un sistema di tutela pubblica allargata, per il quale la bonificazione dei siti contaminati e la riqualificazione territoriale siano demandate anche alle Società a controllo e partecipazione pubblica del settore ambientale ed energetico. Prioritario e cruciale – per il manifesto- si rivela l’impegno pubblico e privato per il futuro sostenibile del Turismo delle zone costiere come pure strategie politiche e socio-economiche su ogni scala che privilegino pratiche, iniziative e progetti di Turismo Etico e Consapevole al fine di favorire una visione umanistica che leghi l’esperienza turistica alla tutela ambientale dei territori ospitanti e alla promozione di valori e tradizioni delle comunità locali.
La storia chiede al comparto turistico italiano di ripensarsi, nel solco di una narrativa che non sia circoscritta alla meta di destinazione ma ancorata anche a capacità di adattamento e reattività del settore rispetto alle esigenze e istanze del tempo, nonché di una offerta modellata in funzione dell’utenza nazionale. L’industria e gli operatori devono tornare a parlare del Bel Paese agli italiani.
Altresì, per la Carta, in particolare, il Cinema, l’Audiovisivo e il Teatro, nel testimoniare e preservare il patrimonio identitario materiale e immateriale del Paese, identificano settori fondamentali per la crescita del Sistema Paese. Il manifesto infine evidenzia come il cittadino abbia diritto ad una rendicontazione dettagliata, trasparente e di pronta reperibilità della destinazione del gettito da imposta di soggiorno operata dai Comuni.
L’immagine artistica del manifesto è stata sintetizzata in un concept di poesia visiva dal sannita Giuseppe Leone con il giornalista Roberto Napoletano.
LA CARTA DI SORRENTO: ECCO IL MANIFESTO PER IL FUTURO SOSTENIBILE DELL’ITALIA E DEI BORGHI DELLA BELLEZZA
Premessa
L’Ambiente e il Turismo sono le pietre angolari del Sistema Paese presente e futuro.
Si impone la fondamentale transizione dalla tradizione di pensiero e prassi consolidatasi sino ad oggi,
ispirata a parametri tecno-economici e incentrata sul vaglio della cagione antropologica dell’annosa crisi
ecologica, ad un nuovo corso culturale che favorisca e valorizzi la radice umana dell’attesa svolta
ambientale, evidenziandone il legame indissolubile con il patrimonio materiale e immateriale che fa
dell’Italia la nazione ambasciatrice della Bellezza nel mondo.
Punti programmatici
1. L’Italia rappresenta una straordinaria apologia della Bellezza, intendendo per questa l’insieme dei
caratteri agroambientali, paesaggistici, architettonici, artistici e demoetnoantropologici che determinano
l’unicità del Paese nel mondo e fondano la sua reputazione internazionale. In tal solco, si auspicano e
sollecitano interventi normativi che introducano nell’Ordinamento statale e locale il riconoscimento
della Bellezza quale valore identitario nazionale.
2. Il fondamentale obiettivo della neutralità climatica, che si sostanzia nel raggiungimento della condizione di equilibrio tra emissioni di gas a effetto serra e assorbimento del carbonio, impone una seria e diffusa presa di coscienza delle nefaste ricadute della perdita di suolo naturale, agricolo e seminaturale. Urgono interventi normativi e azioni di governance pubblica che consentano la drastica riduzione dei fenomeni di disordinata artificializzazione dei territori cagionati dalle sfrenate dinamiche insediative e infrastrutturali degli ultimi decenni. In tal solco, si pone come ineludibile un Patto per il Suolo, che sancisca l’impegno di ogni componente della società civile ad assumere il contenimento dell’uso sregolato del suolo come l’architrave di politiche e strategie di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici.
3. È di assoluta rilevanza il ruolo dell’Acqua nell’economia circolare. Non può esistere alcun modello di
crescita autenticamente sostenibile e competitivo che non preveda e assicuri la concreta incentivazione
delle pratiche circolari di riutilizzo e recupero delle risorse idriche.
4. Il pianeta è attraversato dal controverso fenomeno del “Green Grabbing”, vale a dire la massiccia corsa all’accaparramento del patrimonio agroambientale delle regioni del Sud del globo da parte di grandi Paesi sviluppati e aziende multinazionali, che, attraverso cospicui investimenti fondiari esteri, riescono ad appropriarsi delle risorse alimentari ed energetiche delle nazioni povere o in via di sviluppo. La comunità mondiale – dalle istituzioni internazionali agli Stati singoli – è chiamata ad una presa di posizione contro le moderne forme di aggressione al diritto al cibo e alla terra che spetta a ogni popolo, promuovendo interventi, strumenti e meccanismi di regolamentazione sovranazionale che, nel garantire la trasparenza di schemi e pratiche contrattuali, tutelino le comunità locali e gli equilibri ambientali dei Paesi cedenti. Si auspica e si sollecita un importante ruolo in tal senso da parte dell’Italia.
5.Occorre promuovere l’istituzionalizzazione e il rafforzamento di strumenti e pratiche di democrazia
ambientale di prossimità che consentano ai cittadini, in ordine alla loro partecipazione ai pubblici
processi decisionali, la transizione dal diritto a sapere (‘right to know’) al ‘diritto ad avere voce in
capitolo’ (‘right to have a say’)
6. Nella vita del Paese assurge a tema centrale e delicato quello della comunicazione dei rischi ambientali e sanitari da parte delle istituzioni scientifiche: occorre un cambio di rotta così che queste ultime si ritengano responsabili non soltanto della conformità delle informazioni elaborate e diramate, ma anche e soprattutto di quel che i cittadini comprendono.
7. Il territorio nazionale è diffusamente contrassegnato da aree gravemente inquinate. In aderenza al moderno “principio dell’azione ambientale”, il primario e inderogabile obiettivo della salvaguardia del diritto umano alla salute e all’ambiente salubre rende necessario un sistema di tutela pubblica allargata, per il quale le diverse attività per la bonificazione dei siti contaminati e la riqualificazione territoriale siano demandate anche alle Società a controllo e partecipazione pubblica del settore ambientale ed energetico, che valorizzerebbero e utilizzerebbero a tale scopo le significative strutture, risorse e competenze sviluppate.
8. Il diritto all’energia va assunto come diritto primario dell’individuo alla stregua di altri quali assistenza
sanitaria o istruzione. In Italia e nel resto del mondo decine di milioni di persone sono colpite da povertà energetica, intesa come l’incapacità di far fronte al proprio fabbisogno di beni e servizi energetici. Urgono politiche strutturali di sostegno alle famiglie energeticamente incapienti, superando l’odierno sistema pubblico di misure meramente transitorie.
9. L’assuefazione amministrativa all’agire d’urgenza si rivela un perverso dato strutturale di enti e
soggetti pubblici territoriali chiamati a gestire questioni ed emergenze ambientali. Ad essi si impone il
superamento della carenza di programmazione e analisi che persiste storicamente su scala locale.
10. L’attuale sistema di trasporto pubblico locale mortifica la dignità umana. La lunga e complessa
transizione verso forme di mobilità urbana a basso impatto ambientale e altamente tecnologiche non deve distogliere il decisore pubblico dalla stringente urgenza di interventi mirati ad assicurare e ripristinare nel settore la centralità dell’uomo, del benessere e della sicurezza di ciascun individuo.
11. La Bellezza dei piccoli Comuni e Borghi d’Italia, legata a natura incontaminata, patrimonio agroambientale e qualità paesaggistica di questi, non deve marginalizzare l’atavica lacunosità di investimenti e interventi infrastrutturali che scontano le fasce interne e le aree di montagna e vallive e più in generale le zone colpite da spopolamento, in cui ricade giustappunto gran parte delle località ad elevata valenza estetica.
12. La tutela, la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale rappresentano un ambito
inscindibile di intervento pubblico e richiedono un’azione di governance unitaria. Si rende dunque
necessario un approccio olistico che spinga a superare l’odierno impianto normativo, che ha originato una inefficace separazione delle competenze istituzionali e il farraginoso pluralismo degli enti pubblici a vario titolo coinvolti.
13. La Biodiversità riveste un ruolo fondamentale nell’Economia del Turismo: nel sentire comune e
nell’agire pubblico devono essere adeguatamente integrati i benefici e i vantaggi di competitività associati alla conservazione di habitat e specie e all’uso sostenibile della natura, da assumere come obiettivi per massimizzare l’attrattività e la fruibilità delle mete turistiche del Paese.
14.Prioritario e cruciale si rivela l’impegno pubblico e privato per il futuro sostenibile del Turismo delle
zone costiere: capace come pochi di generare reddito e crescita economica, è un comparto che richiede
azioni di forte sostegno e valorizzazione in costanza di contenimento della pressione esercitata
sull’ambiente.
15. Occorrono strategie politiche e socio-economiche su ogni scala che privilegino pratiche, iniziative e
progetti di Turismo Etico e Consapevole al fine di favorire una generale conversione ad una visione
umanistica che leghi l’esperienza turistica alla tutela ambientale dei territori ospitanti e alla promozione di valori e tradizioni delle comunità locali.
16. La storia chiede al comparto turistico italiano di ripensarsi, nel solco di una narrativa che non sia
circoscritta alla meta di destinazione ma ancorata anche a capacità di adattamento e reattività del settore
rispetto alle esigenze e istanze del tempo, nonché di una offerta modellata in funzione dell’utenza
nazionale. L’industria e gli operatori devono tornare a parlare del Bel Paese agli italiani.
17. Le attività culturali e creative vanno riconosciute, salvaguardate e promosse come filiere di sviluppo
economico e occupazionale, di inclusione e coesione sociale: in particolare, il Cinema, l’Audiovisivo e il
Teatro, nel testimoniare e preservare il patrimonio identitario materiale e immateriale del Paese,
identificano settori fondamentali per la crescita del Sistema Paese.
18. Allo scopo di incentivare la frequentazione di teatri, cinema, musei, spettacoli, eventi dedicati
all’audiovisivo nonché l’acquisto di materiale narrativo e divulgativo, è necessaria l’adozione di politiche di defiscalizzazione delle spese delle famiglie italiane in ambito culturale e creativo. Nel contempo,
occorre introdurre sistemi di premialità fiscale riferiti a investimenti e interventi delle imprese
turistico-alberghiere finalizzati alla riqualificazione e rigenerazione dei territori ove esse insistono.
19. Il cittadino ha diritto ad una rendicontazione dettagliata, trasparente e di pronta reperibilità della
destinazione del gettito da imposta di soggiorno operata dai Comuni, le cui comunicazioni e
informazioni pubbliche sono ad oggi tese unicamente a riportare norme e regolamenti di riferimento e a
illustrare gli oneri in capo alle strutture turistiche ricettive e i vademecum per i turisti.
20. I programmi pubblici di educazione e formazione tesi a diffondere una moderna coscienza agroambientale devono contenere il forte richiamo e tendere ad una importante sensibilizzazione sul moderno tema della acclarata capacità dell’Ambiente di trasformare l’espressione del DNA umano con ricadute sulla progenie, attesa la trasmissibilità transgenerazionale delle modifiche causate nell’individuo dall’interazione di quest’ultimo con l’ambiente in cui vive.
Per saperne di più sul Premio Penisola Sorrentina è a disposizione il sito internet http://www.premiopenisolasorrentina.com
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