La morte Raffaele De Iasio, dirigente sanitario di Secondigliano, deceduto a seguito del Covid, ha provocato reazioni di commozione, solidarietà e rabbia. E ora c’è chi dice che esiste un “pericolo di strage annunciata nelle carceri campane”.
Lo fa il Comitato ‘Precari della Sanità Penitenziaria’ che da tempo denunciano i pericoli, i rischi e l’assurda condizione lavorativa di chi opera nei carceri campani. Sono gli operatori precari della sanità penitenziaria che dal 2008 lavorano alle dipendenze dell’Asl Napoli 1 con partita Iva e svolgono compiti delicatissimi e in condizioni problematiche. “Non abbiamo alcun tipo di tutela – sottolineano – è la situazione è divenuta insostenibile con la pandemia al punto che molti operatori in caso di quarantena volontaria restano senza indennità perché nulla gli è riconosciuto”. “Siamo ostaggi in un limbo e condannati alla precarietà a vita nonostante la Legge Madia (ai sensi dell’art. 20 del d.lgs 75/2017 e succ. mod.) abbia concesso alla pubblica amministrazione di procede alla stabilizzazione del personale precario – sottolineano – c’è una graduatoria di idonei e non si comprende perché la Regione Campania non proceda allo svolgimento del concorso interno”.
Il Comitato raccoglie le lavoratrici e i lavoratori per lo più infermieri professionisti iper-specializzati che da anni prestano il proprio lavoro nelle carceri di Poggioreale, Secondigliano e quello minorile di Nisida. “Da precari della sanità, in questi mesi difficilissimi, abbiamo onorato la nostra professione – spiegano – con grandi sacrifici abbiamo contribuito a innalzare i livelli essenziali di assistenza fronteggiando il Covid-19 nelle carceri napoletane e fornendo assistenza h24”.
“Questo appello di noi operatori sanitari precari è rivolto al presidente e commissario alla sanità Vincenzo De Luca e al direttore generale dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva – concludono – affinché ci possa essere al più presto l’immissione in ruolo con una adeguata valorizzazione delle esperienze, delle competenze e delle professionalità acquisite in questi anni”.
“Persona schiva e riservata, fino all’ultimo ad adoperarsi per i carcerati. La sua testimonianza e’ di monito per tutti e non solo per gli operatori sanitari. Non trovo le parole adatte per ricordarlo, non ho parole per chi ancora continua a non prendere sul serio la pandemia nelle carceri. Solo un senso di vuoto, un senso di colpa e l’altro giorno e’ morto per Covid al Cotugno un detenuto di Poggioreale, Giuseppe, di 68 anni”. Cosi’ il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, commentando la morte del responsabile sanitario del carcere di Secondigliano, a Napoli, Raffaele De Iasio, 61 anni, sposato e con due figli. Il medico era ricoverato per covid nel Cardarelli.
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