Dal suo approdo nei nostri dispositivi digitali, Netflix non si è limitata unicamente alla distribuzione ma il gigante dello streaming dal 2015 in poi ha intrapreso la volontà di produrre film e serie tv originali grazie alla collaborazione con registi coraggiosi e budget molto elevati. Non sempre il risultato è stato dei migliori. Molti titoli hanno avuto critiche negative considerati più necessari all’ampliamento del repertorio Netflix che alla vera e propria proposta qualitativa. Tuttavia è giusto ammettere che nell’ampio catalogo che mensilmente sottrae e aggiunge titoli è possibile trovare alcuni film da non perdere. In questa classifica verranno elencati dieci film da vedere su Netflix usciti fra il 2019 e il 2020.
Dal grande successo di pubblico e critica di Storia di un Matrimonio di Noah Baumbach all’enigmatico e poetico racconto sulla memoria di Sto pensando di finirla qui. Tra di loro alcune proposte interessanti e per tutti i gusti. Dall’ipertecnologia di Soderbergh con High Flying Bird alla riflessione sui cambiamenti politici della Polonia moderna magistralmente narrata dal giovane regista Ian Komasa nel film The Hater. Inoltre alcune proposte poco conosciute: I Am Mother il drama Sci-fi con Hilary Swank e il drama corale The Boys in The Band.
Sto pensando di finirla qui (2020)
Tratto dall’omonimo romanzo del 2016 dello scrittore canadese Iain Reid, l’ultimo film di Charlie Kaufman è la vera gemma cinematografica del 2020. Apparentemente, quella raccontata dal regista, è la storia di un viaggio in macchina sotto una tempesta di neve verso la fattoria dei genitori di Jake (Jesse Plemons), neo fidanzato della “giovane donna” Lucy (Jessie Buckley). Durante quel lungo viaggio e quel pranzo in quattro per conoscersi, lo spettatore riesce ad ascoltare i pensieri e le riflessioni interne della protagonista che, a quanto pare, sta progettando non solo di lasciare il ragazzo col quale sembra non avere più alcuna affinità, ma nella sua mente aleggia un pensiero ancor più infestante e tragicamente attraente: pensare di finirla qui e abbracciare il desiderio di morte. Enigmatico, perturbante ed estremamente poetico questo film rimanda metaforicamente alla frammentarietà del pensiero, alla non linearità del ricordo e alla libertà dell’onirico dove accanto all’esperienza di Lucy scorgiamo misteriosamente quella di un anziano custode di un liceo, che sta facendo i conti con la propria mortalità.
Enola Holmes (2020)
Le lettere del suo nome contengono l’anagramma di quello che sembra essere il suo destino. Alone, ovvero sola. Ma Enola Holmes, sorella di Mycroft (Sam Claflin) e del suo più celebre fratello Sherlock (Henry Cavill) sta per imbarcarsi in un viaggio verso una Londra vittoriana alla ricerca della madre dall’animo rivoluzionario e femminista improvvisamente scomparsa. Adattamento cinematografico del romanzo Young adult “The Enola Holmes Mysteries” della scrittrice Nancy Springer, il film diretto da Harry Bradbeer è l’avventura di una giovane donna che scoprirà sé stessa come parte della società, in un racconto che alterna ironia, avventura, mistero e azione. L’eroina incarnata da una carismatica Milly Bobby Brown è protagonista assoluta di un film moderno e pop che fa dell’empowerment al femminile la connessione e la spinta verso le nuove generazioni. Sull’onda dell’enorme successo, di Enola Holmes si prevede un sequel già molto atteso.
The Boys in The Band (2020)
Era il 1968 e nei teatri di New York debuttava la prima opera teatrale a tema LGBT su un gruppo di amici gay che si riunivano per un compleanno. In quella festa fra battute e regali però cominciava man mano un vero e proprio gioco al massacro dove progressivamente decadevano le maschere denudando fragilità, rimorsi e ricordi dolorosi. Due anni dopo il regista de L’Esorcista William Friedkin portava sul grande schermo la pièce del drammaturgo Mart Crowley riscuotendo non poche critiche. Cinquant’anni dopo approda su Netflix il suo remake in digitale, con un cast di volti noti ed un regista, Joe Mantello, che tenendo fede all’originale dirige un dramma corale che con nostalgia fotografa la condizione omosessuale di un’America pre AIDS e pre Stonewall, in cui l’apparente giocosità fra gli amici si trasforma seppur con spietatezza in riflessione identitaria e sentimentale sull’accettazione, il conflitto interiore e la difficoltà di conciliazione con sé stessi e la fede. Nel cast Matt Boomer, Jim Parsons e Zachary Quinto.
The Hater (2020)
A 39 anni sembra che il regista, sceneggiatore e produttore polacco Jan Komasa abbia già le idee molto chiare. Il suo è un cinema che riflette sui grandi cambiamenti nel tessuto sociale dell’Europa moderna, e come essi inevitabilmente segnino la vita dei più giovani, tra emarginazione del singolo e le comunità che isolano. Con The Hater Komasa dunque racconta la Storia contemporanea, quella dell’ascesa dei partiti nazionalisti e antieuropeisti della nuova destra e la storia personale di un amore non corrisposto fra un giovane studente e la figlia di una ricca famiglia borghese. In Tomasz quell’amore non ricambiato e quell’umiliante sbeffeggiamento della famiglia di lei per le sue umili origini si riverseranno sul web, in un lavoro subdolo che consiste nella creazione di account fake per incastrare politici e personalità di spicco. Un vortice di repressione, solitudine e marginalizzazione socioeconomica risucchieranno il giovane dalla mente ultra brillante in un finale simbolico e dal fiato sospeso. The Hater non è solo un film sul fenomeno degli odiatori da tastiera, ma grazie all’attento sguardo del suo regista riflette in modo più approfondito sulle cause e le colpe, che non scagionano proprio nessuno.
The Old Guard (2020)
Un gruppo di mercenari guidati da Andromaca di Sciza “Andy” (Charlieze Theron) ha la straordinaria capacità di rigenerare il proprio corpo una volta morti e tornare in vita in pochi minuti. Accanto a lei Booker (Matthias Schoenaerts), Nick (Luca Marinelli) e Joe (Marwan Kenzari) e la neo arrivata soldatessa Nile (Kiki Layne). Il gruppo dovrà vedersela con le azioni criminali di uno spietato CEO di una casa farmaceutica che farà di tutto per scoprire il mistero del loro DNA immortale. Basato sul fumetto scritto da Greg Rucka “The Old Guard 1 – Fuoco d’apertura”, il film diretto da Gina Prince-Bythewood ha avuto un successo inaspettato ed è stato per settimane il film più visto nella piattaforma Netflix. La svolta umana e umanista del genere action, l’approfondita conoscenza della vita precedente e millenaria dei mercenari e il tema dell’immortalità come condanna all’infelicità hanno reso questo cinecomic un interessante ed innovativa proposta che ibrida avventura e fumetto.
High Flying Bird (2019)
Pochissimi attori, un campo da basket e un iphone. Steven Soderbergh è fra i filmaker più moderni degli ultimi anni, capace di reinventarsi e di osare. Con il suo primo film targato Netflix il regista racconta la complicata vicenda di Ray Burke (André Holland) un procuratore di basket che durante un lockout escogita una strategia inaspettata che sconvolgerà la carriera del suo assistito Erik Scott (Melvin Gregg) e del mondo del basket stesso. Scritto dallo sceneggiatore di Moonlight Tarell Alvin McCraney, High Flying Bird è costruito fra dialoghi ficcanti e ironici con continui riferimenti alla realtà (dalle Kardashian a Twitter fino all’auto-citazione di Netflix), e un montaggio serratissimo dal ritmo incalzante e instancabile. Girato interamente con uno smartphone, nel film il device è essenziale alla creazione di uno spazio sofisticato dove i pochi personaggi vengono mosse come pedine su una scacchiera di vetro.
The King (2019)
Presentato in anteprima mondiale a Venezia lo scorso anno, il film biografico The King racconta le vicende di Hal, figlio maggiore di Enrico IV, che si trova ad ereditare suo malgrado il trono d’Inghilterra. Conquistando una vittoria fondamentale ad Azincourt e dopo essersi fatto nominare erede alla corte di Francia il trono di Henry durò solamente 9 anni. Dopo averlo ammirato nei panni di Elio in Call Me By Your Name, il regista David Michôd e il suo sceneggiatore Joel Edgerton, catturano l’aria spensierata del corpo e del volto giovane dell’attore Thimotée Chalamet, in un film che oltre al dramma storico è anche racconto di formazione. Al fianco di Chalamet un grande cast. Da Robert Pattinson nel ruolo di Luigi, il delfino di Francia a Joel Edgerton (John Falstaff); da Ben Mendelsohn nel ruolo del padre Re Enrico IV alla figlia d’arte Lily-Rose Depp nella parte della regina consorte Caterina di Valois.
The Irishman (2019)
Costretto su una sedia a rotelle e in una casa di cura, l’anziano irlandese-americano Frank Sheeran racconta e ricorda il suo passato da sicario per la mafia italo-americana. Sono le premesse del film Netflix The Irishman diretto da Martin Scorsese e tratto dal saggio del 2004 “L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa (I Heard You Paint Houses)” scritto da Charles Brandt, proprio sull’incredibile vita del veterano della seconda guerra mondiale e criminale statunitense. Con un cast d’eccezione composto da Robert De Niro (Frank Sheeran), Joe Pesci (Russell Bufalino) ed Harvey Keitel (Angelo Bruno) nel corso di ben tre ore e mezza, intervallato da molteplici piani temporali The Irishman racconta della scalata al successo di un uomo qualunque che da autotrasportatore di quarti di bue si ritroverà a far parte di uno dei misteri americani più grandi degli anni 80: la scomparsa e la morte del sindacalista Jimmy Hoffa nel film interpretato da Al Pacino.
Storia di un matrimonio (2019)
È la storia di un amore ormai finito quello fra Charlie (Adam Driver), brillante regista teatrale e Nicole (Scarlett Johansson) giovane attrice e musa teatrale. Tra di loro il piccolo Henry, figlio avuto da un matrimonio ormai giunto al capolinea. Tra accuse, sensi di colpa, rimorsi e rimpianti Charlie e Nicole, divisi fra New York e Los Angeles sono i due poli opposti di una storia di un rapporto interrotto e del conseguente e inevitabile dolore della realizzazione di un fallimento sentimentale che ruota attorno alla separazione. Dopo i primi successi come la scanzonata commedia Frances Ha (2012) e il precedente lungometraggio prodotto con Netflix The Meyerowitz Stories, con Storia di un matrimonio Noah Baumbach trova nella sceneggiatura e nelle due interpretazioni principali i suoi punti di forza. Un film che richiama lo stile di Allen e che punta alla commozione intesa come scavo psicologico e interiore di un sentimento dilaniato, senza però rinunciare ad un lato più sottile e ironico.
I Am Mother (2019)
A causa di una misteriosa estinzione di massa l’unica speranza per la sopravvivenza della specie umana risiede in una madre robot che in un bunker sta crescendo una bambina. La piccola rappresenta la prima di una lunga serie di embrioni per dare vita all’umanità. Daughter nonostante le amorevoli cure di Mother nutre una forte curiosità sul mondo fuori. Una visita inaspettata metterà in dubbio le certezze della figlia e il suo rapporto con la madre andrà a deteriorarsi. Maternità e tecnologia in un film in cui riecheggia la misteriosità robotica di Ex Machina e di Black Mirroir. Due figure materne che si contrappongono in un racconto interessato al concetto di maternità naturale e adottiva e di futuro dai risvolti psicologici. Interpretato con un cast tutto al femminile che va da Hilary Swank a Rose Byrne, alla giovanissima attrice Clara Rugaard-Larsen.
Articolo pubblicato il giorno 9 Novembre 2020 - 12:20