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Condannato all’ergastolo ‘il diavolo’ Toni Essobdi Badre per la morte del piccolo Giuseppe

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E’ arrivata la sentenza che ha stabilito il massimo della pena per  colui che era stato definito “il diavolo” ovvero Toni Essobdi Badre.

 

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Il giovane migrante che il il 27 gennaio 2019, a Cardito, uccise a colpi di botte e di bastone il piccolo Giuseppe, uno dei figli della sua compagna. La terza Corte di Assise del Tribunale di Napoli(presidente Lucia La Posta) lo hainfatti riconosciuto colpevole di tutti i reati contestati e condannato all’ergastolo. La mamma della piccola vittima, Valentina Casa, e’ stata invece condannata a sei anni di reclusione per maltrattamenti e assolta dagli altri reati contestati. A Badre il giudice ha comminato anche l’isolamento diurno della durata di un anno.

La sentenza, emessa dopo circa 5 ore di camera di consiglio, e’ stata preceduta dalle arringhe difensive di Francesco Cappiello, avvocato di Valentina Casa, che ha chiesto l’assoluzione per la sua cliente, e di Pietro Rossi, difensore di Badre, che ha fatto istanza di riqualificazione dei reati (omicidio volontario aggravato e tentato omicidio aggravato della sorellina di Giuseppe) in lesioni personali gravissime. Lo scorso 23 settembre, al termine delle requisitorie, i sostituti procuratori di Napoli Nord, Paola Izzo e Fabio Sozio hanno chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi, e tutte le pene accessorie, nei confronti di Tony Essobti Badre e di Valentina Casa, ex compagna di Badre.

All’imputato e’ stato contestato l’omicidio volontario di Giuseppe e il tentato omicidio della sorellina di Giuseppe, di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla crudelta’ e dai futili motivi, dalla minorata difesa e dall’abuso delle relazioni domestiche (circostanza questa che riguarda Giuseppe e le sue due sorelline). Valentina Casa invece rispondeva, sul profilo omissivo, di tutti i capi d’accusa contestati a Badre. Presente alla lettura della sentenza anche il padre di Giuseppe e delle sue due sorelline, accompagnato dall’avvocato Gennaro Demetrio Paipais.


Articolo pubblicato il giorno 9 Novembre 2020 - 18:18


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