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Cardarelli, i sindacati di base: ‘Quanti sono i dipendenti contagiati?

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Emergenza covid al Cardarelli i sindacati di base minacciano azioni di protesta e denunce alla magistratura per una presunta mancanza di sicurezza sul lavoro chiedendo inoltre di conoscere il numero esatto del personale dell’ospedale che risulta positivo al covid.

 

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In una durissima nota inviata ai dirigenti della struttura ospedaliera scrivono: “A seguito delle incessanti ed inquietanti segnalazioni che quotidianamente ci pervengono, sia dagli iscritti che dal personale del comparto, circa la non appropriata istituzione dei percorsi assistenziali e riguardo l’assembramento degli operatori del settore che insiste attualmente sia nei reparti covid che nelle unità operative accorpate, con inevitabile ripercussione negativa sulla sicurezza sul lavoro e sulla garanzia delle cure, si richiede con estrema urgenza  di conoscere: il numero preciso del personale della dirigenza medica e del comparto che attualmente risulta positivo al covid; di conoscere: tutte le certificazioni rilasciate dall’Ufficio preposto, inerenti ai percorsi assistenziali che garantiscono la sicurezza sul lavoro del personale sanitario e parasanitario impegnato in attività lavorativa Covid in tutte le Unità operative. (ad oggi se ne contano 4), che con troppa fretta ed approssimazione sono state convertite in reparti covid, allo stesso modo in cui l’Azienda si appresta ad aprire l’Unità operative. covid 5 e 6 rispettivamente allocate presso l’ex Chirurgia Generale 3 e la Chirurgia vascolare in sole 48”.

I sindacati di base chiedono inoltre di conoscere: “con quale criterio, in netto contrasto con il dettato della legge 81/2008, si “assembra” il personale della dirigenza medica e del comparto nelle Unità operative suddette, sia esse covid che non covid; di conoscere: quanti posti letto l’Azienda ha ancora intenzione di sottrarre all’assistenza sanitaria ordinaria per convertirli in posti letto covid (ad oggi se ne contano più di 150 e sono ancora in crescita).
Si precisa infine che si resta in attesa di un rapido riscontro, data la gravità e l’urgenza delle problematiche esposte e si ritiene ragionevole un termine che rientri nelle 48 ore. In caso di mancato riscontro si sarà costretti a dare informazione di quanto accade agli Organi Superiori Competenti”. La nota porta la firma di Aaroi-Emac, Anaao-Asmd, Cimo-Fesmed Anpo e Cobas Pi comparto medico.

 


Articolo pubblicato il giorno 21 Novembre 2020 - 11:19


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