Un vero e proprio salto nel futuro in tempi di pandemia. “Abbiamo fatto qualcosa di unico in un momento drammatico”, dice il presidente della Confindustria del pallone Paolo Dal Pino non nascondendo la soddisfazione. Nelle casse di Via Rosellini infatti entreranno 1.7 miliardi che sono una ventata di aria fresca in un momento durissimo per i club, fortemente penalizzati dalle restrizioni imposte a causa del Covid-19. L’affare però non è ancora concluso, ci vorranno alcune settimane. “Non c’è ancora nessun impegno vincolante. Siamo ancora nel percorso e bisogna arrivare in cima alle scale, di passi ne abbiamo fatti parecchi e ci stiamo avvicinando”. Per arrivare a mettere d’accordo tutte e 20 le società, comprese le dubbiose Atalanta, Lazio, Napoli, Verona e Udinese, è servito un fitto lavoro di squadra. Nel team che ha collaborato assieme al comitato di lavoro della Lega (De Siervo, Agnelli, Campoccia, De Laurentiis, Fenucci e Fienga), figurano il professor Alpa, lo studio Tremonti, lo studio Gianni Origoni & Partner con gli avvocati Francesco Gianni e Renato Giallombardo e lo studio Lazard con Marco Samaja e Carlo Gallovich. Secondo quando si apprende il Cda sarà composto per il 50% da membri nominati dalla Lega e per il restante 50% dai fondi, ai quali spetterà pure la nomina dell’Ad. Fra i nomi più gettonati quello di Tom Mockridge, ex ad di Sky Italia, oppure Richard Scudamore, già numero uno della Premier League. Una Serie A che, fa notare l’ad della Lega Luigi De Siervo “trova la strada per uscire da sola da questa crisi”. Questo però non significa che “le richieste fatte al Governo non siano più attuali. Ribadiamo la necessità di ristori quantomeno che spostino in avanti alcune scadenze di pagamento. Serve aprire un tavolo”. Se da un lato l’operazione messa in piedi garantisce un introito cospicuo dall’altro comunque non si può considerare completamente indolore. “Abbiamo venduto parte dei gioielli di famiglia dimostrando di saper fare gli imprenditori” sottolinea ancora De Siervo che ringrazia tutti per aver lavorato “notte e giorno” a un progetto ambizioso dove “in 35 giorni siamo riusciti a fare ciò che non è stato fatti in 90 anni”. Una mossa lungimirante messa in pratica da una Lega che trova il coraggio di “guardare avanti” ma, allo stesso tempo, avverte l’esigenza di una mano tesa da parte dell’esecutivo che “deve fare la sua parte”.
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