E’ arrivato due anni fa a Napoli dal Venezuela per curare un tumore al sangue. Ha ora sei anni e nel suo paese aveva ricevuto una diagnosi di leucemia linfoblastica acuta, una malatia a progressione rapida.
Il piccolo e’ stato affidato alle cure degli ematologi dell’ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon che propongono, come strategia per sconfiggere la malattia leucemica recidivante, un trapianto di cellule staminali. Ma a rendere difficile l’avvio del programma terapeutico e’ la presenza di un’infezione da virus dell’epatite C, contratta dal piccolo durante le cure effettuate per debellare la leucemia, che rischia di compromettere severamente il fegato nell’immediato periodo pre- e post-trapianto di cellule staminali.
L’equipe dell’Epatologia pediatrica dell’azienda universitaria Federico II guidata da Raffaele Iorio, dato che l’utilizzo dei nuovi farmaci antivirali per l’epatite C e’ autorizzato dall’eta’ di 12 anni, con una collaborazione con il reparto di Trapianto di midollo osseo del Santobono-Pausilipon, ha avviato il complesso iter per sostenere la fattibilita’ di un trattamento farmacologico a base dell’antivirale sofosbuvir-ledipasvir. Ottenuta l’approvazione del Comitato Etico, Iorio, insieme a Fabiola Di Dato, specialista in pediatria e dottoranda di ricerca, ha contattato la casa farmaceutica, che fornisce gratuitamente il farmaco per il piccolo. Il bambino, persistentemente infetto dal virus dell’epatite C, pero’ non puo’ piu’ aspettare e il trapianto di cellule staminali effettuato. Gli ematologi del Santobono-Pausilipon decidono di operarlo, mettendo sotto il controllo del processo leucemico., mentre il virus dell’epatite C continua a replicarsi. L’equipe della Federico II interviene proprio durante il periodo buio del lockdown e il bambino inizia le sue dodici settimane di terapia. Ora sta bene e presto tornera’ in Venezuela.
Articolo pubblicato il giorno 9 Novembre 2020 - 14:33