Fermare il processo di desertificazione industriale di Napoli e della Campania, accentuata dagli effetti della pandemia, difendendo il lavoro e i diritti e investendo concretamente in un piano di sviluppo che parta dal Mezzogiorno.
Sono questi i messaggi che Cgil, Cisl e Uil lanciano dal palco di Napoli durante la manifestazione per lo sciopero generale dell’industria e del terziario dell’area metropolitana. “La pandemia ha peggiorato le condizioni economiche delle persone, aumentando le diseguaglianze sociali e territoriali e accrescendo le tensioni – rimarca il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella – l’assenza di risposte concrete ed esigibili sulla vicenda Whirlpool rischia di essere la pietra tombale sul futuro dell’industria in questa citta’. Napoli e il Mezzogiorno non possono permetterselo”.
Dal palco di piazza Dante, dove c’e’ una folta rappresentanza di operai Whirlpool, gli fa eco Gianpiero Tipaldi, segretario generale della Cisl di Napoli. “Oggi scioperiamo per ribadire ancora una volta che il lavoro e’ sacro – spiega – dobbiamo vincere questa battaglia e fermare il processo di desertificazione industriale della citta’ e della sua area metropolitana. La pandemia sta evidenziando le difficolta’ di molti settori gia’ afflitti da una crisi atavica. Il rischio e’ che la grave crisi economica che investe il nostro territorio si trasformi in una grave crisi della coesione sociale”. Il segretario generale della Uil Napoli, Giovanni Sgambati, si sofferma sulla vertenza Whirlpool. “Scioperiamo non solo per difendere il principio dell’accordo Whirlpool – ragiona – senza la difesa di questo accordo non ci puo’ essere sviluppo. La multinazionale rimane della sua idea, noi pensiamo che il Governo debba avanzare una proposta credibile da un punto di vista della difesa manifatturiera, ma anche di un assetto societario accettabile. Whirlpool non e’ solo un’attivita’ manifatturiera importante per Napoli e per la Campania, ma e’ soprattutto un presidio di legalita'”. Anche il Comune di Napoli scende in piazza al fianco dei lavoratori e dei sindacati con il vicesindaco, Enrico Panini, che invita il Governo a fare la sua parte, e l’assessore al Lavoro, Monica Buonanno, che assicura la vicinanza dell’amministrazione alle vertenze che riguardano la citta’, in particolare quella di Whirlpool.
“La nostra lotta continua – sottolinea Rosario Rappa, segretario della Fiom-Cgil di Napoli – a partire dai lavoratori della Whirlpool, che hanno avuto la capacita’ di aggregare attorno a loro un movimento di resistenza piu’ generale, che parla all’industria di Napoli e a tutto il territorio”. Il segretario generale della Fim-Cisl di Napoli, Biagio Trapani evidenzia come, a 12 mesi dalla presentazione della piattaforma unitaria, “Federmeccanica dimostri ancora un atteggiamento superficiale. Tredici incontri non sono serviti a far capire alla controparte che la nostra non e’ solo una richiesta economica, ma una richiesta che valorizza la formazione professionale, il welfare integrativo, che cerca di tutelare i lavoratori atipici e valorizza salute e sicurezza, due valori che oggi sono stati riscoperti all’interno delle aziende”. Su Whirlpool Trapani attacca una politica “completamente lontana dalla gente” e il Governo, “che ha approcciato in modo imbarazzante la madre di tutte le vertenze. In questo momento difficile – aggiunge – serve un grande patto sociale. Ripartire dal Sud non dev’essere uno slogan, ma l’obiettivo della politica, rimettendo al centro il lavoro e la persona”. Per il segretario generale della Uilm Campania, Antonio Accurso, “la richiesta di un contratto dignitoso per i metalmeccanici e la vertenza Whirlpool sono questioni legate tra di loro. Da Napoli deve partire il riscatto del Sud – sottolinea – che non puo’ piu’ aspettare. Nessuno si salva da solo e nessuno puo’ pensare che ci accontentiamo di una telefonata. Il Governo deve trovare una soluzione, a partire dagli accordi. Non accetteremo nessun piano B”. Al centro di molti degli interventi pronunciati dal palco di Napoli c’e’ la richiesta forte di riconoscere il valore e la qualita’ del lavoro. Dopo essere state considerate essenziali nella prima fase della pandemia, le tute blu oggi invocano dignita’, a partire dai salari e dalle tutele.
Articolo pubblicato il giorno 5 Novembre 2020 - 14:47