La medicoop Vesevo, la cooperativa dei medici vesuviani a cui era associato il dottor Ragazzon lo ricorda sulle pagine del proprio sito: “Avremmo voluto fare più, avremmo voluto che tutti avessero fatto qualcosa di più, come una cosa semplicissima: rispettare delle banalissime regole che impongono l’uso di una mascherina indossata in modo corretto e mantenere delle giuste distanze, per impedire che il mostro chiamato Coronavirus possa colpirci e distruggerci. Purtroppo non è così, non è stato così !!! Hai svolto il tuo lavoro di medico di famiglia con dedizione, sei morto sul campo, in trincea colpito da una pallottola vagante chiamata Covid-19, che ha colpito a morte te, MA FERITO TUTTI NOI che continuiamo a combattere sul fronte Coronavirus…”.
E poi aggiungono “…Perdonaci Mirco, nessuno Ti ha protetto, non hai mai avuto un DPI dalle Istituzioni poiché lo sai non spettano a noi medici di famiglia, ma ora Ti prego, se puoi, proteggi Tu TUTTI NOI che continuiamo a svolgere con passione e dedizione il nostro lavoro di medico di famiglia, poiché Tu lo sai . . . il peggio deve ancora venire, ma l’uomo della strada non lo sa, non lo vuole sapere, lui deve continuare a vivere come gli pare e piace, poiché lui è un UOMO LIBERO.
E purtroppo è vero che non possiamo e non dobbiamo fermarci, non possiamo consentire un completo lock down poiché economicamente siamo sul ciglio del baratro e non lo sopporteremmo, ma almeno ILLUMINA che deve decidere, che almeno attui dei lock down CHIRURGICI, mirati a fermare gli assembramenti, a multare gli irrispettosi, ad impedire che per colpa di pochi ignoranti e menefreghisti, paghino tutti.
E ribadisco auguriamoci che i nostri concittadini facciano una volta e per tutte un passo indietro, un piccolo passo che moltiplicato per milioni di passi, diventerebbe UN GRANDE PASSO INDIETRO. Ne va del nostro futuro. E perdonaci se neanche Tua moglie ed i Tuoi figli potranno accompagnarti all’ultimo viaggio per la quarantena imposta. Sappi però, che per noi sei, sarai e rimarrai un esempio, di professionista serio, attento e scrupoloso, morto sul campo della Medicina per colpa di un virus maledetto”.
Nuovo deciso balzo in avanti del numero di contagiati a Torre del Greco (Napoli). Nelle ultime ore sono infatti 14 i casi di positivita’ al Covid-19 registrati nella citta’ vesuviana. A comunicarlo e’ il sindaco Giovanni Palomba, che in una nota sottolinea che sono ”tutti in forma asintomatica”. Al contempo il primo cittadino, che presiede il locale Centro operativo comunale, segnala anche due guarigioni. Sulla scorta di questi dati, forniti da autorita’ sanitaria dell’Asl Napoli 3 Sud e unita’ di crisi regionale, sale a 145 il numero complessivo dei contagi ancora attivi a Torre del Greco, con sei soggetti ospedalizzati. Sempre ieri la citta’ del Napoletano ha dovuto registrare il ventunesimo decesso, quello di un medico di 61 anni: ”Esprimo massima vicinanza – le parole del sindaco, Giovanni Palomba – alla famiglia del nostro concittadino prematuramente scomparso. Il mio sincero cordoglio, unito a quello dell’intera amministrazione comunale, ai figli e alla consorte. Viviamo, purtroppo, la tragedia di un momento difficile e la complessita’ di una fase molto delicata, nella quale e’ fondamentale la collaborazione di tutti. Ribadisco, in modo perentorio, il rispetto del distanziamento sociale e l’uso obbligatorio della mascherina”.
Mirco Ragazzon era anche diacono della parrocchia di Sant’Antonio de’ Brancaccio a Torre del Greco. Era nato in Svizzera il 14 agosto 1959 e dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e la specializzazione in Medicina generale era diventato medico di base. Lascia la moglie Rosaria Piro e le figlie Aurora e Stefania di 24 e 19 anni.
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