Sull’incerto destino riservato alle Farmacie comunali se ne è discusso in Consiglio comunale il 6 novembre, con una comunicazione del sindaco, e lo scorso 23 luglio grazie ad un ordine del giorno aggiuntivo proposto dalla stessa coalizione che ha redatto l’interpellazna (di seguito riportata in parte) sull’argomento, assieme alle altre forze di opposizione.
Tra luglio e novembre nessun passo avanti, nessuna evoluzione.
L’ultima dichiarazione sul tema risale al febbraio 2020, come evidenzia l’interpellanza. L’intervento fu del presidnete del Consiglio comunale Mario Santocchio, il quale alla stampa diceva: “Prevediamo un bando in cui sarà possibile partecipare anche per una o più farmacie, questo per permettere una più ampia partecipazione e pluralità nelle offerte”.
L’interpellanza di “Insime per Scafati”, considera che:
“- Le Farmacie comunali sono una preziosa risorsa economica del nostro Ente e potrebbero svolgere una fondamentale funzione sanitaria e sociale per la comunità scafatese;
– che tra le misure necessarie al risanamento dell’Ente stabilite nel Piano di Riequilibrio finanziario pluriennale è prevista l’alienazione delle Farmacie comunali;
– che si è appreso dalla stampa di una indagine in corso da parte della Guardia di Finanza sull’argomento in oggetto;
– che Il deliberato della Corte dei conti Sezione controllo per la Campania del 12 dicembre 2019 individua la dismissione delle Farmacie comunali come elemento essenziale del Piano di rientro proposto dall’Ente comune;
– che è necessario assicurare massima chiarezza e trasparenza in questa vicenda;
– che ad oggi il Consiglio comunale non è edotto nel merito, ed in maniera documentale, sull’attuale gestione delle Farmacie, sulla convenzione tra il Comune ed il Consorzio Farmaceutico Intercomunale, sul numero e sull’esito delle Perizie di valutazione del valore delle Farmacie comunali, sugli atti propedeutici e preparatori
dell’eventuale Bando di vendita delle stesse.”
Di fatto, “ad oggi né il Consiglio comunale né alcuna Commissione consiliare hanno notizia alcuna della più volte annunciata convenzione tra il Comune di Scafai ed il Consorzio Farmaceutico intercomunale per la gestione delle Farmacie comunali.” Nessuna notizia in merito anche per il “più volte annunciato bando di vendita delle Farmacie
comunali”.
“Visto che da una recente inchiesta giudiziaria, che ha interessato tra gli altri il Direttore Generale del CFI, dott. Sorrentino, emergono perplessità sulla trasparenza e la correttezza dell’inventario, delle giacenze e del magazzino
del CFI stesso; che a quanto riportato dalla stampa relativamente a tale inchiesta, il Direttore Generale del CFI, in un colloquio con il Sindaco di Eboli, avrebbe pronunciato le seguenti testuali parole: “Ti ricordi la questione delle giacenze, mo’ stiamo facendo il controllo del magazzino per il bilancio… io.. il presidente del Cda… questa è la lettera… Bruno come ha detto si faceva… facciamo gli inventari e saniamo tutti gli imbrogli che ci stanno, però dopo un mese vogliamo fare un secondo inventario e in quella sede se c’è una differenza… possiamo farla così? o crea un altro casino? io ho paura .. trattenuti … io i controlli li faccio ma senza trattenute, però questa”.
I Consiglieri comunali Michele Russo, Michelangelo Ambrunzo, Alfonso Carotenuto e Michele Grinaldi, chiedono di essere edotti nel merito delle seguenti questioni:
1) sul perché ad oggi non si stata ancora definita nel contenuto e sottoscritta alcuna convenzione per il funzionamento delle farmacie comunali tra l’Ente Comune ed il CFI;
2) su quali siano stati i criteri e le modalità di gestione delle farmacie comunali adottati negli ultimi dodici mesi;
3) se l’ente abbia contezza del magazzino, dell’inventario e della cassa delle farmacie comunali;
4) su quale sia la situazione contabile per ciascun centro di costo;
5) su quali siano state le entrate e le spese delle farmacie comunali nell’ultimo e nell’attuale periodo di esercizio, e chi abbia provveduto a monitorarle, verificarle e certificarle;
6) presso quali società, consorzi o strutture le Farmacie comunali abbiano acquistato prodotti o servizi nell’ultimo e nell’attuale periodo di esercizio, ed in base a quali valutazioni, contratti, atti e determine;
7) se prima di firmare una eventuale convenzione con il CFI il Comune abbia intenzione di verificare costi, spese, inventario, magazzino e scelte gestionali afferenti le farmacie comunali nel periodo intercorso tra il recesso dal CFI da parte del Comune sino alla eventuale stipula della convenzione;
8) sul perché nella bozza di Convenzione consegnata ai Consiglieri comunali tramite accesso agli atti del 28/04/2020 n° protocollo 22666, si stabilisca che il Comune e il Consorzio dovrebbero dividere costi e ricavi al 50%;
9) sul perché nella bozza di Convenzione consegnata ai Consiglieri comunali tramite accesso agli atti del 28/04/2020 n° protocollo 22666, si stabilisca una ripartizione in solido dei costi indiretti tra CFI e Comune;
10) sul perché esistono due stime diverse propedeutiche alla vendita delle farmacie;
11) sul perché, nonostante più volte annunciato, il bando di vendita non è mai stato sottoposto all’attenzione né delle Commissioni consiliari competenti né tantomeno del Consiglio comunale;
12) sul perché, nonostante la vendita delle farmacie sia stata prevista dal Piano di rientro presentato dal Comune alla Corte dei Conti e dalla stessa approvato, e perché nonostante le note ed i richiami in merito da parte del ragioniere capo Martellaro e del Collegio dei Revisori dei Conti, la procedura sia bloccata da oltre un anno;
13) sul perché il Presidente del Consiglio comunale dichiara la volontà di concedere un ristoro al CFI se sia il ragioniere capo Martellato sia il Collegio dei Revisori dei conti non ritengono tale scelta un atto dovuto;
14) se il Sindaco abbia avuto contatti di qualsiasi sorta con soggetti privati interessati ad acquisire informazioni in merito alla gestione e alla vendita delle Farmacie comunali.
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