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Paolo Sorrentino torna a girare a Napoli e a lavorare con Toni Servillo

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Il regista Paolo Sorrentinio torna a Napoli per girare il suo nuovo film e torna a lavorare con Toni Servillo

 

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“Ho scritto la sceneggiatura di ‘E’ stata la mano di Dio’ un paio di anni fa, mentre lavoravo a ‘The New Pope’. Questo è un film sulla mia adolescenza. L’ho scritto per i miei figli, per provare a spiegare perché sono sempre così schivo e silenzioso”, così il regista Paolo Sorrentino in uan lunga intervista a ‘La Stampa’.

Alla domanda se il film fosse autobiografico, Sorrentino risponde: “Non ci sono riferimenti evidenti, è la storia di un ragazzo. E c’è l’unione di esperienze personali, di racconti inventati e di altri che ho sentito. E’ un film che ho scritto per conto mio, non l’ho proposto a nessuno. Per molto tempo, anzi, ho pensato di non farlo”.

Il ritorno a Napoli segna anche il ritorno a lavorare con Toni Servillo: “Dopo ‘L’uomo in più’, volevo girare l’adattamento di ‘Ferito a morte’ di Raffaele La Capria ma era un film troppo costoso, i produttori dissero di no. Non c’è mai stata la storia giusta”.
“Toni è come un fratello maggiore. A volte, è una figura paterna. Ha sempre provato a farmi capire l’importanza di vivere più serenamente questo lavoro. E’ sempre stato di grande aiuto nel modulare meglio il mio carattere”. “Forse – aggiunge – quando non avrò più le forze per fare il regista, lavorerò a un altro libro. Posso fare a meno di dirigere, ma non posso fare a meno di scrivere”.

“‘E’ stata la mano di Dio’, costruito su di me – racconta – è un film sulla medietà. Mi sono sempre ritratto così, io. C’è un rimando, ma non è un film su Maradona”.
Oggi le sale cinematografiche sono in crisi: “Penso che dopo questa pandemia seguirà un periodo di grande euforia – risponde il regista – e la gente vorràà stare di nuovo insieme e tornerà al cinema”. Il suo film arriverà su Netflix: “Non ho mai avuto nessun tipo di pregiudizio verso lo streaming o la tv. Anzi, ho provato a farla per tanti anni anche prima dell’esplosione delle serie tv. Con ‘The Young Pope’ si sono create le giuste condizioni. Le serie sono molto simili ai romanzi. Sono più democratiche, in un certo senso”.


Articolo pubblicato il giorno 19 Ottobre 2020 - 13:23


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