Napoli, il sacerdote ricorda il rapinatore ucciso: ‘Voleva fare il pizzaiolo’. In Comunita’ fino a luglio, volontario durante il lockdown.
Luigi Caiafa, il ragazzo di 17 anni (ne avrebbe compiuto 18 a dicembre) ucciso da un poliziotto durante una rapina all’ alba a Napoli era stato affidato ad una “comunita’ per minori” di Torre Annunziata gestita dai Padri Salesiani, per un anno e mezzo, fino al 7 luglio, prima in misura cautelare e poi per la “messa alla prova”. Lo ricorda il sacerdote Don Antonio Carbone, che ne tratteggia una personalita’ diversa da quella di un delinquente comune.
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“Luigi non era solo un ragazzo che alle 4 di notte ha tentato una rapina impugnando una pistola vita. Lo ricordo quando con tanto sacrificio volle imparare il mestiere del pizzaiolo, lo ricordo quando durante i mesi di lockdown tre giorni a settimana, insieme ad altri ragazzi preparava le pizze da portare a famiglie disagiate, lo ricordo piangere perche’ in quei mesi non poteva vedere la sua famiglia, lo ricordo la domenica a messa con sguardo rivolto verso il basso quando durante l’omelia si parlava di vita bella alla quale ci chiama Gesu’ piu’ che di bella vita o malavita”. L’ ultimo incontro con il ragazzo – afferma il padre salesiano – ” 10 giorni fa, dove mi dicevi con sguardo poco convinto don Anto’ tutto bene…”.
Intanto in serata Ciro De Tommaso è stato trasferito nel carcere di Poggioreale. Secondo quanto si è appreso i due erano armati di una pistola replica priva del tappo rosso i due ragazzi coinvolti nella tentata rapina. Un’arma che nella luce incerta del mattino era da ritenere vera e letale. In piu’, secondo quanto si e’ appreso, Caiafa avrebbe incitato a sparare contro i poliziotti Ciro De Tommaso, 18 anni, ora in questura, che era a bordo dello scooter rubato con lui. La pattuglia di Falchi che e’ intervenuta e’ stata sentita dai pm e sta stilando i rapporti di servizio. Sarebbero stati esplosi tre colpi di pistola e un proiettile ha raggiunto e ucciso il 17enne. I pm hanno disposto l’autopsia sulla salma. Al momento non e’ indagato il poliziotto che la scorsa notte ha sparato contro Caiafa.
Gli inquirenti stanno approfondendo la dinamica dell’accaduto e il poliziotto probabilmente verra’ ascoltato domani dal pm Claudio Basso, alla luce delle ultime risultanze investigative. Gli agenti sono intervenuti a bordo di un’auto “civetta” dopo la segnalazione di una rapina in corso, ed erano in borghese. Luigi Caiafa , nato ai Quartieri Spagnoli, ma trasferitosi nel quartiere Forcella, aveva gia’ qualche precedente per droga e maltrattamenti in famiglia. Il padre Ciro e’ agli arresti domiciliari. La morte del 17 enne richiama quella di Ugo Russo, 15 anni, ucciso il 1 marzo scorso in via Generale Orsini, a Santa Lucia, da un carabiniere fuori servizio al quale aveva tentato – anche lui con una pistola finta – di rapinare il Rolex. Il Questore di Napoli, Alessandro Giuliano, ha trasmesso “la vicinanza ed il sostegno” del Capo della Polizia Franco Gabrielli ai poliziotti “chiamati, rischiando la vita, ad affrontare un contesto criminale diffuso ed estremamente pericoloso”. Il sindacato Uil-Sicurezza chiede “misure straordinarie” per Napoli e chiede “tutela” per le forze di Polizia. Anche FSP-Polizia esprime solidarieta’ ai colleghi, “che rischiano la vita per quattro spiccioli”, ma riconosce che la morte del 17 enne Luigi Caiafa e’ “un lutto atroce” ed “un fallimento della società”.
Articolo pubblicato il giorno 4 Ottobre 2020 - 20:30