“Carlo Franco ci ha lasciato e con lui perdiamo un pezzo di storia del giornalismo campano”. Lo sottolineano, in una nota, Carlo Verna e Ottavio Lucarelli, rispettivamente presidenti dell’Ordine nazionale e regionale dei giornalisti. Ottantadue anni, giornalista da quando ne aveva 27, Carlo Franco ha lavorato per il Mattino, la Rai, la Repubblica, il Corriere del Mezzogiorno (sua ultima testata) e tanti altri giornali, senza sosta, incessantemente, mostrando un grande entusiasmo per la professione. Per alcuni anni e’ stato anche capo ufficio stampa del Banco di Napoli. Appassionato di sport e cronaca, politica e inchieste, era tuttora impegnato con editoriali e articoli di fondo per il Corriere del Mezzogiorno. Nato a Napoli il 9 luglio 1938, ha sempre vissuto in citta’, ma spesso soggiornava in vacanza in Costiera, a Massa Lubrense. “Carlo Franco, che e’ scomparso oggi, ha raccontato Napoli, le sue bellezze, le sue ferite. Ha narrato in modo mirabile decenni di cronaca, di politica, di sport E’ stato un grande giornalista e la citta’ lo ricorda – mio tramite – con grande affetto. Alla sua famiglia, al mondo del giornalismo e dello sport giunga il nostro cordoglio”. Cosi’ il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. “E’ morto a 82 anni Carlo Franco, cronista di razza per anni al Mattino dove e’ stato anche capo delle redazioni della Cronaca, della Cultura, dello Sport, delle Pagine speciali e del ‘Mattino Illustrato'” afferma, in una nota, il Sugc, Sindacato unitario giornalisti della Campania. “Suo il pezzo sulla celebre prima pagina del Mattino che titolava ‘Fate Presto’, all’indomani del terremoto in Campania. Prima pagina – prosegue il Sindacato – che fu trasformata in un’opera d’arte da Andy Warhol e inserita da Lucio Amelio nella collezione Terrae motus, ora ospitata nella Reggia di Caserta. Carlo ha lavorato per la Rai per il Corriere del Mezzogiorno, fin dalla sua nascita nel 1997, con la Repubblica. Ha spaziato in tutti i settori, dalla cronaca pura allo sport, altra sua grande passione. Ha amato il giornalismo profondamente, metteva sempre tanta energia in quello che faceva, energia che riusciva a trasmettere a chi lo circondava. Sempre attento ai colleghi piu’ giovani che cercava di non lasciare indietro quando si lavorava su una notizia. Negli ultimi tempi era preoccupato per la crisi del giornalismo e invitava il Sindacato a stimolare le redazioni e i cdr a reagire. Con lui se ne va un pezzo di storia del nostro giornalismo. Alla famiglia l’abbraccio del Sindacato unitario giornalisti della Campania”.
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