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Monsignor Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei e nuovo amministratore apostolico della Diocesi di Caserta

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«Il suo generoso cuore di pastore, sempre vicino alla sua gente, testimone autentico e credibile dell’amore di Dio per ogni uomo e soprattutto per chi è nel bisogno, sono già un’eredità preziosa per la Chiesa pellegrina a Caserta, che egli ha servito fino al sacrificio estremo».

Così monsignor Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei e nuovo amministratore apostolico della Diocesi di Caserta, immediatamente nominato dal pontefice, dopo l’improvvisa scomparsa di monsignor Giovanni D’Alise, domenica mattina; ha ricordato il vescovo casertano, morto a causa del covid mentre svolgeva la sua missione pastorale. «La pandemia ha piegato le sue forze fisiche ma, possiamo dire, ha posto in luce ancora di più la tempra di un consacrato pronto ad accettare ogni sofferenza e a offrirla al Signore come è chiesto al Buon Pastore che ha a cuore il proprio gregge – ha continuato monsignor Caputo – È nella scia della testimonianza di Monsignor D’Alise che si pone questo mio cammino, insieme a voi, nella cara Diocesi di Caserta, per il tempo necessario alla nomina del nuovo Pastore».

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Monsignor Caputo ha anche spiegato che il procedimento per la nomina del nuovo pastore è già cominciato e che bisognerà accompagnarlo con la preghiera. Ad accogliere il presule di Pompei, il vicario generale della diocesi di Caserta, don Gianni Vella, e tutto il clero. «La Diocesi di Caserta ringrazia il Santo padre per la Sua nomina – ha detto monsignor Vella – e Lei per il servizio che svolgerà nella nostra comunità». Sabato prossimo, dieci ottobre, alle 19, il nuovo amministratore apostolico della diocesi concelebrerà una santa messa in cattedrale con il clero e i fedeli, ovviamente rispettando le normative anti covid, per incontrare la comunità.

«È dunque un tempo di preghiera e di preparazione ad accogliere il Vescovo che il Papa designerà – ha concluso monsignor Caputo – È un tempo che ci rende, a maggior ragione, più uniti e solidali nella ricerca dell’essenziale. Confido che, sulle tracce lasciate da Monsignor D’Alise, potremo insieme allungare il tratto di strada verso l’edificazione del Regno di Dio, il vero orizzonte a cui ogni diocesi è chiamata a guardare. È con questa fondata e allo stesso tempo umile speranza che mi accingo a svolgere, tra di voi, un servizio per il quale mi affido fin d’ora alla protezione della Vergine del Santo Rosario e dei patroni San Michele Arcangelo, Sant’Anna e San Sebastiano».


Articolo pubblicato il giorno 7 Ottobre 2020 - 20:40


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