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Medico napoletano: ‘Vi racconto la mia battaglia contro il virus e le falle del sistema’

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Ormai è chiaro: nessuno è immune. Il Covid-19 può colpire chiunque in qualsiasi momento. Pur rispettando tutti i protocolli di sicurezza, basta un solo attimo per essere contagiati.

 

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In questo momento la Società italiana di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, nella figura del suo presidente, il napoletano Francesco D’Andrea, direttore del reparto di Chirurgia plastica dell’azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli, lancia un monito al Governo e, in particolare, al ministero della salute affinché si possano continuare a curare e operare i pazienti non affetti da Covid, garantendo al tempo stesso massima sicurezza e tutela al paziente. Proprio D’Andrea, che vive e lavora a Napoli, esce ora vittorioso dalla sua battaglia contro il virus e la racconta pubblicamente.

La sua è una storia come tante altre, ma le difficoltà e le falle del sistema sanitario raccontate da chi ogni giorno indossando un camice bianco salva vite umane, rendono la situazione ancor più preoccupante: «Ho vissuto in prima persona, fortunatamente in una forma gestita a livello domiciliare, il caos che si accompagna al Covid. Difficoltà di raccordo con Asl e medici di base, incertezza sulle indicazioni terapeutiche da adattare alla sintomatologia, assenza della messa in essere del tracciamento dei contatti, cosa quest’ultima che per coscienza ho svolto a titolo personale. Ho scoperto solo successivamente, per caso, che esiste un protocollo terapeutico istituito dalla Regione e scaricabile dal sito ufficiale dell’ente per gestire i pazienti Covid, sintomatici e asintomatici, in cura domiciliare, ma evidentemente non tutti i medici da base ne sono a conoscenza». Un appello dunque alla politica, di qualunque ideologia sia, come ai Governi di qualunque colore siano, a «indicare le giuste linee guida e a non mandare tutti allo sbaraglio».

Si attendono in queste ore l’ordinanza del governatore De Luca, che ha richiesto al Governo il totale lockdown per la Campania per 30-40 giorni e il nuovo Dpcm del premier Conte. «Il numero dei contagi è in continua crescita – continua D’Andrea – e la gestione del Covid sempre più preoccupante. Non sono un negazionista, un riduzionista né un terrorista, semplicemente un realista. Oggi la malattia è più gestibile e i numeri di casi gravi sono percentualmente ridotti rispetto alla scorsa primavera. Un dato quest’ultimo ovviamente incoraggiante. Il problema è l’alta contagiosità e la crescita esponenziale degli infetti».

«Se è vero che oggi rispetto alla fase 1 si muore di meno – sottolinea ancora il presidente Sicure – perché la terapie sono più efficaci anche per i casi più gravi, è vero anche che per questi ultimi per guarire è necessario il ricovero in una struttura ospedaliera. Ed è proprio qui che emerge la criticità. Se le istituzioni si fossero mosse per tempo e avessero previsto un incremento di posti letti intesivi e sub-intensivi e l’assunzione di operatori sanitari per la carenza cronica del nostro sistema, oggi non parleremmo di lockdown, in quanto per tutti sarebbe garantita l’assistenza adeguata». «Mi rendo disponibile in prima persona a incontrare i vertici sia del nostro Governo che della Regione Campania, quella in cui vivo e lavoro – annuncia D’Andrea – dopo l’esperienza vissuta e quella che vedo quotidianamente, per dare un mio personale contributo. La seconda ondata della pandemia poteva essere arginata e non farci trovare – a ridosso della consueta epidemia influenzale come ogni anno – ad affrontare ora una situazione sanitaria al tracollo», conclude.


Articolo pubblicato il giorno 26 Ottobre 2020 - 16:41


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