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Il procuratore nazionale De Raho: ‘L’asse clan-estremisti dietro gli scontri di Napoli’

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“La mobilitazione di duecento e passa motorini che seguivano il corteo e che hanno poi sferrato l’attacco alle istituzioni, dopo un segnale concordato, fa pensare a una regìa camorrista. Uno scenario in cui sono entrate in gioco altre forze, originariamente diverse, ma con la stessa carica eversiva, mi riferisco agli hooligan da stadio, a gruppi anarcoinsurrezionalisti o a estremisti di destra”.

 

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Così Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia, in un’intervista al quotidiano “Il Mattino” nella quale commenta i disordini avvenuti venerdì sera a Napoli e sabato sera a Roma e i messaggi di adesione alla protesta provenienti da Milano e Torino. Secondo De Raho a Napoli “c’è stata una convergenza trasversale di soggetti diversi, che hanno infettato un corteo nato per esprimere il proprio dissenso in modo pacifico. Nel corso della manifestazione, gli organizzatori del corteo sono stati costretti ad arretrare e ad abbandonare le redini della protesta nelle mani di soggetti violenti, interessati a sferrare un attacco contro le forze dell’ordine e i rappresentanti delle istituzioni democratiche”.

Nel voler “infettare il dissenso contro le direttive anti Covid”, secondo De raho, “c’è una ricerca di consenso sociale: a Napoli la camorra, a Torino la ‘ndrangheta, a Roma gruppi di mafiosi legati anche al tifo organizzato: c’è sempre esigenza di ottenere consenso sociale. Ma sono sicuro che nessun commerciante, per quanto esasperato, possa aver sferrato un solo colpo contro le forze di polizia”. De raho conclude spiegando che “c’è il rischio emulazione” di quanto avvenuto a Napoli e Roma, “vista anche la esplicita volontà di contrapposizione violenta che si legge sia sulle fonti aperte sia su una certa messaggistica finora acquisita. Un motivo per tenere alta la guardia”.


Articolo pubblicato il giorno 26 Ottobre 2020 - 08:54


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