Lo fa in un’intervista al Corriere della Sera correggendo il tiro visto che è sotto gli occhi di tutti che quel protocollo non solo non è giusto ma è sbagliato nella norma, nell’applicazione e negli effetti devastanti che potrebbe dare al campionato di calcio italiano. Chi ha ragione tra Napoli e Juventus? La gestione della serie A?
Queste le sue risposte: “E’ un’industria pesantemente indebitata e che fatica a trovare un equilibrio economico. Avere una prospettiva industriale significa anche superare schemi personalistici e ormai antiquati e ragionare su prospettive piu’ ambiziose. Il calcio ha il dovere di riformarsi e di trovare strade innovative, che lo mettano in condizione di affrontare un mercato internazionale e competitivo”. All’indomani della mancata trasferta del Napoli per la partita di Torino il ministro dello Sport fa quindi i conti con le polemiche roventi sui giocatori contagiati e le conseguenze per gli incontri di serie A. E sul rinvio di Juve-Napoli dichiara: “Non e’ piu’ una partita e non serve schierarsi. Non si deve fare confusione nell’interpretazione dei protocolli, che sono chiari e stabiliscono responsabilita’ precise. Sarebbe stato meglio trovare una soluzione condivisa: non e’ stato un grande spettacolo”.
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Quindi il ministro precisa: “Quanto avvenuto con il Genoa ha creato un precedente che obbliga tutti a una maggiore responsabilita’. Finora il protocollo e’ stato preso un po’ alla leggera, molte squadre non hanno fatto la bolla dopo aver trovato un positivo, ma una quarantena molto soft con ritorno a casa, consentita proprio dalle Asl. Ora e’ necessaria una stretta generale, tornando a un rigoroso e puntuale rispetto di quanto era previsto e validato. E’ cambiato il contesto, dobbiamo tutti prenderne atto” perche’ “c’e’ un lato di sicurezza sanitaria, dove a decidere e’ lo Stato nelle sue diverse articolazioni, e in questo senso l’ultima parola spetta alle Asl”. E questo, per Spadafora “Vale per le scuole dove sono loro a stabilire se isolare un alunno, una classe o l’intero Istituto? Vale per le fabbriche, gli uffici e vale anche per lo sport. Questo è un punto fermo che non va messo in discussione, soprattutto in un momento in cui le curve destano preoccupazione. Certo i provvedimenti devono essere proporzionali al contesto territoriale e ben motivati”.
E sul rischio blocco campionato afferma: ”Lavoriamo tutti affinché questo non avvenga. Ma ci tengo a una precisazione: nessuno di noi fa la stessa vita di un anno fa, nessuno fa le stesse cose. L’idea di tenere il campionato con lo stesso format, le coppe, l’Europeo, gli impegni in Nazionale come se nulla fosse accaduto è forse troppo ottimistica. Occorre definire delle priorità, alla terza giornata non è comprensibile sentire che ci sono problemi per i recuperi. Consiglio di ragionare anche su scenari diversi, perché non sappiamo cosa succederà, e se si pensa a playoff e playout sarebbe meglio deciderlo presto, a campionato appena iniziato”.
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