“Quando ci sono controversie di diritto è difficile esprimersi in maniera netta. Ma qui c’è un principio fondamentale di rispetto della regolarità di un campionato. Oggi i fatti e le evoluzioni totalmente negative non lasciano spazi a dubbi, ma già all’epoca la situazione dei contagi rischiava di sfuggire di mano”. Lo ha detto l’avvocato del Napoli Mattia Grassani ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli a proposito della controversia fra il club campano e la Federazione sul caso della partita non giocata con la Juventus, con conseguente sconfitta per 3-0 a tavolino. “Queste partite di cartello, se non si giocano in Serie A e si attribuiscono a tavolino che mortificano e penalizzano una società che non ha potuto viaggiare – prosegue – significa violentare il campionato ed è una mancanza di rispetto anche per le altre società. Mastrandrea dice che il sabato il Napoli già non voleva viaggiare, ma è una corbelleria smentita dai documenti”.Grassani ha definito “la sentenza del Giudice Sportivo erronea e meritevole di riforma in secondo grado. Occorre fare chiarezza sui tempi. Il Napoli venerdì sera ha presentato la dichiarazione di reclamo, con richiesta di avere accesso agli atti ufficiali che si compongono per una buona parte con la documentazione da noi prodotta a corredo del reclamo in primo grado, ma soprattutto con un voluminoso dossier fatto dalla Procura Federale su cui il giudice sportivo ha fondato parte della decisione. Questo dovrebbe avvenire nella giornata di oggi, poi decorreranno cinque giorni per presentare i motivi”. Il legale del club azzurro ribadisce che il “il Napoli orientativamente tra venerdì e sabato, se oggi gli atti ufficiali verranno messi a nostra disposizione, dovrebbe depositare i motivi: è chiaro che se i documenti ci verranno messi a disposizione domani si andrà a lunedì prossimo. Poi ogni giorno potrà essere utile per convocare la riunione e andare a discutere a Roma. In primo grado noi sostenevamo che il divieto impartito fin dal sabato riguardava la possibilità di intraprendere una trasferta così impegnativa e le interviste dei direttori delle Asl in questi giorni lo hanno confermato”. “Quando viene disposta la quarantena la possibilità di effettuare la partita attiene ad una deroga che l’Asl può concedere, ma solo formalmente per iscritto. La quarantena – spiega Grassani – assorbe qualsiasi possibilità di spostamento, anche per scendere sotto casa, figuriamoci per una trasferta di 1.600 chilometri tra andata e ritorno, entrando in contatto con una moltitudine di soggetti”.
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