E’ di Acerra l’uomo che ha ferito i 5 ragazzi a Reggio Emilia.
Un ragazzo l’ha urtato mentre camminava per le vie del centro di Reggio Emilia, poi con lui e con i suoi amici poco più che adolescenti è volata qualche parola di troppo. È nata così la lite che sabato sera, intorno alle 23.30, ha spinto Gaetano Lombardi, operaio di 43 anni di Acerra, da anni residente nella città emiliana, ad estrarre la Beretta calibro 6,35 che aveva nel borsello e a sparare nella centralissima piazza del Monte. Nove i colpi esplosi e 5 i ragazzi rimasti feriti, di cui uno in modo grave. Un 20enne è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Santa Maria Nuova: è in rianimazione ma non è in pericolo di vita.
Un video di 8 secondi, pubblicato su YouTube, immortala tutta la sequenza: si vede chiaramente il 43enne aprire il fuoco contro a un gruppo di ragazzi che si danno alla fuga, mentre alcuni passanti riprendono la scena con i loro telefonini. In zona c’erano diverse pattuglie mobilitate nei controlli sul rispetto delle misure anti Covid-19 e le indagini hanno preso il via immediatamente. A incastrare Lombardi, accusato di tentato omicidio plurimo, sono stati proprio quei video, oltre alle immagini delle telecamere di sorveglianza del centro di Reggio Emilia e ai racconti dei testimoni, tra cui anche alcuni feriti. Tutto è cominciato intorno alle 22.30 in piazza Martiri del 7 Luglio, dove un gruppo di giovani di origine nordafricana, tutti tra i 17 e i 20 anni, stava passeggiando tra le bancarelle di un mercatino. Poi lo scontro fortuito con l’operaio e la lite su chi avesse la precedenza.
Pochi minuti di tensione, prima che il gruppo di amici proseguisse a piedi verso piazza del Monte e si fermasse lì a parlare per un po’. Intorno alle 23.30 l’operaio li ha raggiunti, ha puntato la pistola contro uno di loro in particolare e ha aperto il fuoco. I passanti hanno subito cercato di mettersi in salvo. Nel fuggi fuggi generale, anche Lombardi è riuscito ad allontanarsi e raggiungere casa sua. Era ancora lì, in pigiama, quando alle 2 di notte gli agenti della polizia di Stato hanno bussato alla sua porta. “I ragazzi sono stati maleducati – si è giustificato – non si fa così”. Poi ha ammesso di aver perso il controllo: “Probabilmente ho un po’ esagerato”. Tra il muro e il battiscopa c’era la Beretta, che era stata rubata a Reggio Calabria.
Gli abiti che indossava durante la sparatoria, invece, erano già in lavatrice.Immediata la reazione del sindaco Luca Vecchi. “Le indagini sono in corso e sapremo nelle prossime ore più dettagli, rispetto ai quali in questa fase è d’obbligo l’assoluta cautela – ha scritto su Facebook -. È comunque un fatto molto grave che non può accadere nella nostra città. Mi auguro che i responsabili vengano individuati quanto prima e puniti con severità, perché fatti come questo non devono accadere e vanno necessariamente stroncati”. Soddisfatto il questore di Reggio Emilia, Giuseppe Ferrari: “Abbiamo dato una risposta tempestiva ed efficace a un episodio gravissimo – ha detto – . Una piccola lite a cui è seguita una reazione grave e spropositata”. I controlli congiunti tra polizia, carabinieri, polizia locale e guardia di finanza continueranno anche nei prossimi fine settimana.
Articolo pubblicato il giorno 18 Ottobre 2020 - 17:05