Scendono in piazza i gestori dei pubblici esercizi, a Napoli come in altre 10 citta’ italiane. Nel capoluogo partenopeo l’appuntamento e’ alle 11.30 davanti a palazzo Santa Lucia, sede della Giunta regionale della Campania. La manifestazione e’ organizzata da Fipe-Confcommercio per evidenziare che “gli ultimi provvedimenti presi da governo e alcune Regioni per il contenimento della seconda ondata di Covid-19 stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi”. “Non soltanto i ristoranti, svuotati dall’effetto psicologico negativo determinato dall’impennata di nuovi casi – si legge in una nota -ma anche i bar, i locali di intrattenimento e le imprese di catering e banqueting, impossibilitati a lavorare a causa delle restrizioni sugli orari di apertura e sui partecipanti a eventi e matrimoni”. L’obiettivo della manifestazione in programma domani e’ “ricordare i valori economici e sociali della categoria, che occupa oltre un milione e duecentomila addetti e chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese che prima del Covid19, nel nostro Paese generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno”. “Comprendiamo l’emergenza sanitaria e la gravita’ del momento, ma e’ impensabile che l’unica ricetta proposta per contrastare la pandemia sia quella di chiudere tutto o di generare una psicosi di massa – sottolinea la Fipe – Coniugare sicurezza e lavoro e’ possibile e deve essere l’obiettivo principale del governo e della politica tutta”. “In questi mesi gli imprenditori della ristorazione e dell’intrattenimento hanno investito tanto in sanificazioni, dispositivi di protezione per lavoratori e clienti e misure di sicurezza all’avanguardia – aggiunge la Fipe – Sono stati fatti sacrifici importanti, con senso di responsabilita’ e attenzione al bene comune, siglando protocolli e rispettando le regole. Questo mondo chiede con forza con forza la possibilita’ di sopravvivere”. In assenza di aiuti economici purtroppo queste imprese soccomberanno – fa sapere l’associazione di categoria – Sicuramente a fine anno chiuderanno 50.000 imprese, con oltre 350.000 addetti che perderanno il posto di lavoro”. “Chiediamo alla politica scelte piu’ mirate, di sostegno ai settori maggiormente in crisi come quello della ristorazione e dell’intrattenimento – conclude – non possiamo lasciare gli imprenditori e i lavoratori da soli di fronte a questo momento drammatico per la categoria”.
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