E’ stato infatti pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto legge sicurezza Serie Generale n. 261 del 21 ottobre 2020 il dl sicurezza approvato il 5 ottobre scorso dal Consiglio dei ministri. Con questo provvedimento, voluto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per contrastare il crescente flusso di telefoni che si tenta di far entrare nelle carceri, viene per la prima volta punito sia chi, dall’esterno, cerca di introdurre un telefono in carcere sia il detenuto che lo detiene: quest’ultimo caso, finora, era trattato come illecito disciplinare e sanzionato all’interno dell’istituto, mentre da oggi diventa un vero e proprio reato previsto dal nuovo articolo 391-ter del codice penale.
Le nuove norme prevedono, ricorda ancora ‘Giustizianewsonline’, il notiziario web del ministero di via Arenula, un rafforzamento delle sanzioni applicate in caso di comunicazioni dei detenuti sottoposti al regime di 41-bis: l’inasprimento della pena, in particolare, scatta nei confronti di chi agevola le loro comunicazioni con l’esterno: in questi casi, dagli attuali 1-4 anni la pena passa a 2-6 anni. Se il reato e’ commesso da un pubblico ufficiale o da un avvocato, la sanzione aumenta dagli attuali 2-6 anni a 3-7 anni.
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