strong>Coronavirus, i gestori dei locali di Napoli: ‘Coprifuoco? Preferiamo i controlli’
Lascia l’amaro in bocca a molti titolari dei locali della movida l’ordinanza del governatore De Luca che impone la chiusura alle 23 in settimana e a mezzanotte nei weekend. Tutti avrebbero preferito controlli stringenti, ma non la chiusura: hanno affrontato la ripresa delle attivita’, dopo il lockdown, investendo in sicurezza, provvedendo alla segnaletica orizzontale per le distanze, a distanziare i tavoli, prevedere colonnine igienizzati. “Siamo pronti a controlli quotidiani – dicono – ma non siamo noi la causa degli assembramenti ne’ dell’aumento dei contagi”.”Non so nemmeno cosa diro’ stasera ai ragazzi che si troveranno nel locale quando devo chiudere – dice Fabrizio Caliendo, titolare del Keste’, centro storico di Napoli – Ci tremano le gambe, ogni giorno una novita’, una ordinanza diversa. Ma cosa dobbiamo fare?”. L’ordinanza di oggi, la numero 77, “non fa altro che portare un ulteriore danno economico ai titolari dei locali”. “De Luca sta portando un attacco alla notte e alla movida in tutta la regione, nello stesso modo in cui ha fatto a Salerno – sottolinea – Servirebbe un investimento culturale ma non radere al suolo, questa e’ l’ultima ordinanza prima di chiudere tutto”. Sotto attacco, dunque, appare la movida, come “responsabile” dell’impennata dei contagi di questi giorni, “come se solo di notte ci si potesse contagiare, e intanto ieri in via Scarlatti e via Caracciolo c’era la stessa folla che c’e’ a Natale”.Confcommercio, nelle parole del presidente Vincenzo Schiavo, prende le distanze da un provvedimento che, nei fatti, “ancora una volta penalizza il commercio”. “E questo senza che “si trovi una reale soluzione al vero problema, che e’ culturale, perche’ le persone si assembrano non certo a causa dei bar aperti dopo mezzanotte”. Piuttosto, per Schiavo, lo “Stato dovrebbe scendere in campo con tutti i mezzi che ha per far rispettare le regole e comminare le giuste sanzioni a chi trasgredisce”. Senza tralasciare, come ha evidenziato Massimo Di Porzio, presidente Fipe, che a breve “il 15 ottobre prossimo, scadono le moratorie, bisogna riprendere i pagamenti”. “C’erano rumors su chiusure anticipate – sottolinea – questo e’ un pugno in faccia”. “Si chiudono i locali, si lasciano i ragazzi per strada – afferma – possono assembrarsi anche senza alcolici, magari solo per stare insieme e chiacchierare. I pubblici esercizi sono gia’ ai limiti del collasso”. In una nota, l’assessore al Commercio del Comune di Napoli, Rosaria Galiero, ha stigmatizzato l’ordinanza regionale che “ancora una volta penalizzano in maniera arbitraria solo alcune categorie che gia’ vivono negli ultimi mesi un senso di incertezza e precarieta'”. “Lo abbiamo gia’ visto – ricorda – chiudere prima le attivita’ non riduce gli assembramenti anzi moltiplica la possibilita’ di presenze in orari piu’ concentrati” “Il fenomeno degli assembramenti ed il mancato rispetto delle indicazioni per le limitazioni di contagio da covid – conclude – non possono essere pagate dagli operatori che immensi sforzi hanno fatto negli ultimi mesi per adeguarsi ai protocolli e si sono esposti ad ulteriori costi per sostenerne il rispetto”.
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