Coronavirus a Napoli, numeri enormi dal ‘contact tracing’: ieri 409.
“Gestire il tracciamento dei contatti diretti di numeri cosi’ alti di positivi e’ difficile. Lo facciamo tutti i giorni con gli uffici e sta arrivando anche nuovo personale. L’altro ieri sono arrivati 17 nuovi infermieri dedicati solo al contact tracing e stamattina sono partite le lettere di assunzione a tempo determinato di altri 15 tecnici”. Cosi Lucia Marino, Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL Napoli 1, spiega le difficolta’ e l’impegno del conctact tracing a Napoli nei giorni in cui i numeri dei positivi sono regolarmente ormai sopra i 1500. “Questi numeri – spiega – creano un super lavoro ma le nuove assunzioni ci daranno nuova forza per continuare. Anche se con questi numeri ci vorrebbe l’esercito per contattare tutti”.
I contagi sono partiti dall’estate come testimonia il lavoro degli uffici di Marino: “Durante il lockdown – spiega – i nostri contact tracing erano collegati alle famiglie, era piu’ semplice. Poi con la ripresa di tutte le attivita’ della movida, delle vacanze e’ partito un numero spropositato di contatti. Ad agosto i ragazzi positivi ci raccontavano di essere stati a Capri in due-tre locali, poi a cena, arrivavamo a 40-50 contatti. E ci spiegavano che non avevano la mascherina, che si erano scambiati il bicchiere, che si erano dati un bacio, e’ stata un’ondata difficile”.
Ora i contagi sono molti di piu’ rispetto ad agosto e ancora articolati: “Facciamo l’esempio di ieri – dice – erano 409 i positivi nuovi dell’Asl Napoli 1 , sono stati suddivisi per le unita’ operative territoriali, che coprono di solito due distretti come ad esempio Chiaia-Posillipo e vengono distribuiti per la telefonata. Prima dovevamo spiegare tutto l’iter, ora, ormai, tutti sanno tutto e dobbiamo solo prendere l’elenco dei contatti diretti pericolosi. Intendo quelli a rischio: se un impiegato delle poste e’ positivo non rischiano tutti quelli che sono andati allo sportello quel giorno, ma dobbiamo contattare magari il collega del desk vicino.
Poi quando qualche contatto e’ al di fuori del nostro territorio, lo comunichiamo all’asl di appartenenza”. Un lavoro che nei distretti sanitari ormai coinvolge tutti: “Ogni unita’ operativa territoriale – spiega Marino – ha circa 15 addetti e ormai quasi tutti fanno il tracing, dal dirigente medico al tecnico, all’infermiere, all’impiegato amministrativo. Tutto va fatto sulla piattaforma e tutti la sanno usare, anche i nuovi hanno subito fatto in corso e ho chiesto altre postazioni informatiche per allargare il tracciamento”.
Articolo pubblicato il giorno 23 Ottobre 2020 - 07:26