Coronavirus a Napoli, il direttore del 118: “Difficolta’ nei posti degenza, devono aumentare. Salgono contagi, la rete ora regge ma con qualche difficoltà”.
“Napoli e tutta la Campania sono sicuramente un po’ di difficolta’ sui posti di degenza covid. Serviranno da qui a un mese nuovi posti, come ha spiegato anche il governatore De Luca”. Lo afferma il direttore del 118 dell’Asl Napoli 1 e del centro regionale Giuseppe Galano, facendo il punto sui posti letto disponibili in degenza e in terapia sub intensiva, visto che per ora le terapie intensive a disposizione ci sono. “Ci avviciniamo anche al periodo dell’influenza stagionale – spiega Galano – che ogni anno aumenta di circa il 10% i ricoveri, per questo sara’ importante la campagna di vaccinazione. Tra due settimane piu’ o meno l’influenza arrivera’, portando ulteriori necessita’ e richieste di intervento e occorreranno altri posti disponibili. In questo momento in ambito regionale riusciamo ad affrontare la situazione ma in prospettiva serve che aumentino queste disponibilità”.
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Al momento aumentando il numero di contagiati, aumentano anche la possibilita’ “che ci siano persone che vanno ricoverato per un’assistenza a bassa e media intensita’ di cura, perche’ fortunatamente adesso nostra esigenza sono queste”, spiega Galano. Le difficolta’ nel reperimento di posti letto di degenza covid si trasformano anche in tempo piu’ lunghi per il ricovero: “Ricordo che in questo momento ci sono – spiega Galano – sette centrali operative del 118 territorialmente competenti, la Napoli Centro, la Napoli 2 per l’area flegrea e la Napoli 3 per la zona sorrentina, poi Caserta, Salerno, Avellino e Benevento. Ogni centrale fa riferimento ai presidi ospedalieri del proprio territorio ma quando si trova in difficolta’ fa riferimento alla centrale, Napoli 1 e noi facciamo una ricognizione in ambito regionale. Ripeto, ora il sistema sta reggendo con un po’ di difficolta’ ma abbiamo l’esigenza di allargare le disponibiltà”.
Un filtro per interpretare al meglio le condizioni del paziente e capire dove portarlo e’ quello dei medici di base: ” e’ un filtro territoriale fondamentale – spiega Galano – che funziona ma potrebbe funzionare meglio, anche se a volte non e’ colpa della medicina territoriale perche’ spesso e’ molto piu’ sbrigativo per il cittadino chiamare direttamente il 118, un po’ come avveniva prima quando le persone andavano direttamente al pronto soccorso dell’ospedale senza consultare il proprio medico prima”.
Articolo pubblicato il giorno 12 Ottobre 2020 - 21:06