Dovrebbe riunirsi oggi a palazzo Chigi il Consiglio dei ministri che deve approvare il decreto ristoro, che dovrebbe contenere le risorse da stanziare per le attività colpite dall’ultimo Dpcm.
L’obiettivo e’ varare il provvedimento per inviarlo in Gazzetta ufficiale entro la giornata, come annunciato dal premier Giuseppe Conte in diretta tv domenica. Una corsa contro il tempo per garantire aiuti immediati con le risorse a disposizione, circa 5-6 miliardi di euro, senza ricorrere a un nuovo scostamento di bilancio. Il meccanismo per garantire gli indennizzi sara’ quello giu’ usato per il dl Rilancio: contributi a fondo perduto erogati dall’Agenzia delle Entrate con bonifico automatico sul conto corrente entro la meta’ di novembre. Secondo una prima stima, sono oltre 325mila le imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro e codice Ateco che rientra nella categorie che sono state fermate dal Dpcm (quindi ristoranti, gelaterie, bar, pasticcerie, catering, centri termali, attivita’ legate a feste e cerimonie, attivita’ sportive e stabilimenti termali) che riceveranno il nuovo contributo a fondo perduto.
Di questi, 91.625 sono i nuovi beneficiari che si aggiungono alle 234.065 imprese delle stesse categorie che hanno gia’ ricevuto il ristoro previsto dal dl Rilancio. Ma il governo sta ancora valutando se estendere gli aiuti anche ai soggetti che superano i 5 milioni di fatturato. Si punta inoltre ad aumentare l’entita’ dei rimborsi rispetto a quelli erogati precedentemente (in base al calo del fatturato di aprile 2020 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente): andranno “dal 100% al 200% di quanto, in base al calo del fatturato di aprile 2020, le aziende hanno ottenuto con il Fondo perduto del decreto Rilancio. In alcuni casi forse anche superiori”, garantisce il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, spiegando che quindi potranno arrivare al doppio di quelli ricevuti.
Decreto Ristoro: nuovi aiuti, per quali categorie?
Le nuove disposizioni annunciate dal presidente del Consiglio si sono abbattute come una tegola su alcuni settori del Paese.
Ne sono consapevoli a Palazzo Chigi e il Governo non ha esitato ad annunciare aiuti economici per gli imprenditori coinvolti nella stretta.
I destinatari delle prossime misure di sostegno economico, quindi, dovrebbero essere tutte le aziende, le partite IVA e gli esercizi pubblici oggetto delle restrizioni contenute nel nuovo DPCM, per un numero complessivo di almeno 350.000 realtà, come annunciato dallo stesso Gualtieri.
Nello specifico, il decreto Ristoro si rivolgerà con molta probabilità alle imprese costrette a chiudere o a limitare gli orari delle proprie attività. In lizza per ricevere gli aiuti, quindi, ci sono ristoranti, gelaterie, pub, bar, pasticcerie, teatri, cinema, discoteche, sale giochi, piscine, palestre, impianti sciistici.
La lista dei beneficiari, comunque, è in via di definizione. Di seguito le principali misure in studio dal Governo.
Contributi a fondo perduto
Il decreto Ristoro prevede nuovi contributi a fondo perduto, per un totale di 1,2 miliardi di euro di aiuti.
Il Mise e il Mef stanno lavorando per definire la struttura e i meccanismi di erogazione di tali indennizzi. Dalle dichiarazioni di Gualtieri, comunque, sono già emerse alcune caratteristiche di questi specifici sostegni alle imprese.
L’Agenzia delle Entrate si occuperà del pagamento diretto sul conto dei beneficiari, come già avvenuto con quanto stabilito nel decreto Rilancio. I soggetti economici coinvolti nell’erogazione precedente, potranno ricevere già entro metà novembre (l’11 novembre ha anticipato Gualtieri) l’importo a fondo perduto sul conto corrente.
Per coloro invece esclusi dalla misura del decreto Rilancio, ovvero realtà economiche con fatturato superiore ai 5 milioni di euro, i tempi saranno più lunghi. Queste imprese, infatti, saranno coinvolte nei sostegni a fondo perduto del decreto Ristoro, ma dovranno presentare domanda.
Per quanto riguarda gli importi dei ristori, non ci sono dettagli specifici. Il ministro Gualtieri si è sbilanciato affermando che: “daremo un indennizzo superiore questa volta di quello ricevuto la volta scorsa”.
Nel decreto Rilancio veniva offerto il 10,15 e 20 per cento in base ai ricavi o compensi compresi in diminuzione rispetto al 2019 e compresi in tre fasce.
Per le persone fisiche era previsto un minimo di 1.000 euro, aumentato a 2.000 per le persone giuridiche. Al momento, per il decreto Ristoro, non è chiaro se i criteri di erogazione del fondo perduto saranno gli stessi. Allo studio ci sono importi maggiori almeno di una volta e mezzo secondo fonti governative.
Il viceministro all’Economia Misiani ha sottolineato la necessità di distinguere tra le imprese che chiuderanno alle 18.00 e quelle costrette al blocco totale delle attività, con maggiori sostegno per queste ultime.
Eliminazione rata IMU
In arrivo molto probabilmente anche la cancellazione della rata IMU. L’imposta, in scadenza il 16 dicembre, dovrebbe essere eliminata per le imprese e i soggetti economici colpiti dal DPCM, come annunciato dallo stesso Gualtieri.
Credito di imposta affitti
Il decreto Ristoro dovrebbe anche prorogare il credito di imposta sugli affitti. Il ministro Gualtieri ha parlato di tre mesi in più di sostegno per imprese e commercianti che devono sostenere la spesa mensile della rata di affitto.
Nello specifico, si avrà la possibilità di scontare il credito dal canone o cederlo al proprietario.
Cassa integrazione
Il provvedimento dovrebbe contenere anche la proroga della Cig, specificatamente per le imprese che l’hanno utilizzata in modo continuativo e per le quali la scadenza è meta novembre.
Si ipotizza uno slittamento della Cassa integrazione di 6 o 10 settimane, per un valore di 1,6 miliardi di euro.
Bonus 1.000 euro
Gualtieri, nel presentare le linee guida del decreto Ristoro, ha parlato anche di un’indennità di 1.000 euro da erogare per categorie più in difficoltà, che potrebbero comprendere:
stagionali del turismo;
stagionali dello spettacolo;
operatori dei centri sportivi;
per i lavoratori occasionali e intermittenti
venditori a domicilio
Il bonus andrebbe a colmare perdite di guadagno di categorie inserite nelle chiusure e limitazioni del nuovo DPCM. Restano tutte da definire, comunque, caratteristiche e entità di tali sostegni una tantum.
In una dichiarazione da poco rilasciata, il ministro dello Sport Spadafora ha annunciato che per il mese di novembre stagionali del turismo, spettacolo e lavoratori a intermittenti dello sport che non sono compresi nella cassa integrazione potrebbero ricevere 800 euro.
Nel dettaglio, in queste ore il Ministro dell’Economia – Roberto Gualtieri – e quello dello Sviluppo Economico – Stefano Patuanelli – hanno già cominciato a lavorare pensando ad una serie di ristori in favore di coloro che sono stati penalizzati dalle nuove norme. Un Decreto Ristoro per il quale potrebbero essere stanziati 5 miliardi di euro. A riguardo Giuseppe Conte “non vuole fare promesse”, in quanto “preferisce prendere un impegno”. Alcuni dei possibili aiuti sono già stati anticipati in conferenza stampa: ad esempio, verrà riconosciuta un’altra mensilità del Reddito di Emergenza, mentre per gli stagionali del turismo, i lavoratori dello spettacolo e gli intermittenti dello sport è in arrivo un nuovo bonus una tantum.
Contributo a fondo perduto per le imprese che pagano le conseguenze della crisi sanitaria
Uno dei primi aiuti annunciati da Giuseppe Conte che dovrebbe vedere la luce con un provvedimento ad hoc che verrà approvato nelle prossime ore è quello di un contributo a fondo perduto che sarà rivolto alle imprese penalizzate dalle disposizioni del nuovo DPCM.
Il Premier ha fatto riferimento a ristoratori, ai proprietari e gestori di palestre e piscine, ma anche ai commercianti e agli artigiani che stanno risentendo del calo delle vendite. Per questi dovrebbe esserci una nuova erogazione di contributi a fondo perduto: un aiuto che – come spiegato da Giuseppe Conte in conferenza stampa – verrà accreditato direttamente sul conto corrente dell’interessato da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Bisognerà definire importi e requisiti per il riconoscimento, ma non è escluso che possa essere in parte confermato quanto già deciso con la prima erogazione di questo tipo di contributi.
Ricordiamo che il Decreto Rilancio ha riconosciuto questo aiuto alle imprese con ricavi e compensi non superiori ai 5 milioni di euro, con fatturato di aprile 2019 (adesso vedremo quale sarà il mese scelto come riferimento) che ha subito una riduzione del 33% rispetto allo stesso mese di quest’anno.
Per il calcolo del contributo a fondo perduto, invece, bisognava avere come riferimento questa differenza di importo e prendere una quota percentuale variabile a seconda del volume d’affari. Ossia:
20% per soggetti con ricavi o compensi non superiori a 100.000€;
15% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 100.000€ e 400.000€;
10% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 400.000€ e 5.000.000€.
L’importo minimo del contributo a fondo perduto è però di 1.000 euro per le persone fisiche, 2.000 euro per gli altri soggetti.
Vedremo se questi criteri saranno confermati per questa nuova tranche di pagamenti dei contributi a fondo perduto, per la quale bisognerà attendere l’apposito provvedimento con il quale saranno stanziate le risorse necessarie.
Il Ministro dell’Economia spiega come sarà pagato il contributo a fondo perduto
Nella serata di domenica 25 ottobre, è intervenuto anche il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, fornendo ulteriori indicazioni sui contributi a fondo perduto. Nel dettaglio, questo ha spiegato che le realtà interessate dai ristori sono molte, “forse 350 mila”. Si tratta di tutte le aziende ed esercizi pubblici che sono oggetto delle restrizioni introdotte dal DPCM.
Rispetto ai tempi di erogazione, il Ministro dell’Economia ha dichiarato:
Pensiamo che l’agenzia delle Entrate possa erogare questi contributi già entro metà novembre, forse persino entro l’11 novembre, perché ci sarà lo stesso meccanismo già autorizzato per il vecchio fondo perduto. Quindi tutti quelli che hanno già fatto domanda per questi contributi lo riceveranno in automatico.
Il contributo a fondo perduto, quindi, verrà riconosciuto automaticamente a coloro che lo hanno già percepito nei mesi scorsi. E questa volta si tratterà di un importo leggermente più elevato rispetto alla scorsa, in quanto – come spiegato da Gualtieri – “sappiamo che anche i mesi scorsi sono stati mesi difficili e quindi sarà una quota un po’ superiore”.
Ma attenzione: anche chi non ne ha fatto domanda perché con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro questa volta potrà fare richiesta per i contributi a fondo perduto. Tuttavia, visto che ci sarà una domanda da presentare servirà qualche settimana in più per avere l’erogazione che comunque “sarà entro l’anno”.
Gli altri aiuti economici per le imprese penalizzate dal COVID-19
In conferenza stampa, il Presidente del Consiglio ha annunciato altri aiuti. Ad esempio, la previsione di un nuovo credito d’imposta per gli affitti di quelle attività penalizzate dalla crisi economica da COVID-19.
E ancora: stop per la seconda rata IMU – che verrà totalmente cancellata – in scadenza per il 16 dicembre 2020.
Bonus 1.000 euro decreto Agosto: diventa una tantum. Ecco a chi spetta
Il bonus 1.000 euro è previsto dal decreto Agosto n.104/2020 convertito nella legge n.126 del 13 ottobre.
Se in una delle ultime bozze del decreto Agosto il bonus 1.000 euro era sparito per lasciare spazio a due mensilità (giugno e luglio) di 600 euro, alla fine si riduce. Riappare dunque il bonus 1.000 euro nel testo finale del decreto, ma una tantum.
Il bonus 1.000 euro del decreto Agosto di cui stiamo trattando riguarda alcune specifiche categorie di lavoratori che abbiamo trovato anche nel decreto Rilancio e nel Cura Italia ancor prima.
Principalmente, i beneficiari del bonus 1.000 euro sono i lavoratori stagionali come anche i lavoratori dello spettacolo, oltre ad altre categorie di autonomi o dipendenti che comunque otterranno il beneficio una tantum nel rispetto sempre di determinati requisiti. Entrano finalmente nella misura anche gli stagionali con contratto a tempo determinato.
Nel decreto Agosto sono definiti anche i criteri per il bonus 1.000 euro dei professionisti iscritti alle casse per la terza mensilità di maggio del decreto Rilancio.
Vediamo nel dettaglio cosa prevede il decreto Agosto sul nuovo bonus 1.000 euro e a chi spetta.
Bonus 1.000 euro decreto Agosto una tantum: ecco a chi spetta
Il bonus di 1.000 euro del decreto Agosto spetta a diverse categorie di lavoratori in primis gli stagionali del settore turismo e stabilimenti termali.
Di fatto l’articolo 9 del testo è dedicato proprio alla Nuova indennità per i lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo. Era stato definito in una delle ultime bozze come “nodo politico” e di fatti le due mensilità di 600 euro si sono ridotte a un bonus onnicomprensivo, così è definito nel testo, di 1.000 euro di fatto riducendosi.
Se andiamo al testo dell’articolo 9 questo stabilisce che il bonus 1.000 euro sia riconosciuto una tantum ai:
lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1°gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, purché non titolari di pensione, di lavoro dipendente, o di Naspi;
ai lavoratori in somministrazione impiegati presso imprese utilizzatrici operanti nel settore del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, non titolari di pensione, né di rapporto di lavoro dipendente, né di NASPI, alla data di entrata in vigore della presente disposizione.
È riconosciuto poi il bonus 1.000 euro sempre una tantum anche ai lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro e che sono:
lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1°gennaio 2019 e il 17 marzo 2020 e che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel medesimo periodo;
lavoratori intermittenti che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel periodo compreso tra il 1°gennaio 2019 e il 17 marzo 2020;
lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che nel periodo compreso tra il 1°gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020 siano stati titolari di contratti autonomi occasionali riconducibili alle disposizioni di cui all’articolo 2222 del codice civile e che non abbiano un contratto in essere alla data di entrata in vigore del presente decreto. Gli stessi, per tali contratti, devono essere già iscritti alla data del 17 marzo-febbraio 2020 alla Gestione separata;
incaricati alle vendite a domicilio di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, con reddito annuo 2019 derivante dalle medesime attività superiore ad euro 5.000 e titolari di partita IVA attiva e iscritti alla Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, alla data del 17 marzo 2020 e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.
Questi i soggetti che dovrebbero ricevere le nuove indennità e che alla data di presentazione della domanda non devono essere in nessuna delle seguenti condizioni:
titolari di altro contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
titolari di pensione.
Si tratta delle stesse categorie di lavoratori individuati all’articolo 84 del decreto Rilancio.
Bonus 1.000 euro: altri beneficiari nel decreto Agosto
Altri beneficiari del bonus 1.000 euro del decreto Agosto sono anche gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo che hanno già beneficiato delle indennità finanziate dal decreto Cura Italia e dal decreto Rilancio poi.
Per questi è prevista sempre un’indennità di 1.000 euro una tantum. Questa indennità spetta anche ai lavoratori iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo con almeno 7 contributi giornalieri versati nel 2019, cui deriva un reddito non superiore ai 35.000 euro (comma 4).
Il bonus 1.000 euro spetterebbe anche ai lavoratori dipendenti a tempo determinato del settore turismo e degli stabilimenti termali vale a dire gli stagionali senza contratto stagionale. Questi per ottenere il bonus 1.000 euro devono avere i seguenti requisiti:
titolarità nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020 di uno o più contratti di lavoro a tempo determinato nel settore del turismo e degli stabilimenti termali, di durata complessiva pari ad almeno trenta giornate;
titolarità nell’anno 2018 di uno o più contratti di lavoro a tempo determinato o stagionale nel medesimo settore di durata complessiva pari ad almeno trenta giornate;
assenza di titolarità, al momento dell’entrata in vigore del presente decreto, di pensione e di rapporto di lavoro dipendente.
Bonus 1.000 euro: cumulabilità tra indennità
L’articolo 9 del decreto Agosto sul bonus 1.000 euro procede con il definire i casi di cumulabilità e di non cumulabilità tra indennità. I bonus 1.000 euro ai commi 1, 2, 4 e 5 non sono tra loro cumulabili e non lo sono altresì, recita il comma 6, con:
l’indennità di cui all’articolo 44 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 e successive modificazioni e integrazioni.
Si tratta per il bonus dei professionisti ordinisti emesso dal reddito di ultima istanza come anche il bonus colf e badanti che nel decreto Cura Italia era disciplinato dall’articolo 44 salvo poi avere il suo articolo 85 nel decreto Rilancio.
Il bonus 1.000 euro del decreto Agosto è cumulabile con l’assegno ordinario di invalidità di cui alla legge 12 giugno 1984, n. 222.
Fondo nuove competenze: novità per i lavoratori nel decreto Agosto
Il Fondo nuove competenze torna con il decreto Agosto con delle novità per i lavoratori nel testo definitivo in vigore dal 15 agosto. Il decreto n.104/2020 è stato convertito nella legge n.126/2020.
Il fondo è finalizzato, a parità di salario, alla formazione dei lavoratori: una parte delle ore di lavoro sarà infatti dedicata a questo senza avere come conseguenza una diminuzione dello stipendio, ma per aiutare il rilancio delle imprese.
E proprio il decreto Rilancio ha introdotto il fondo rimpinguato con il nuovo decreto Agosto.
Vediamo quali sono le novità per i lavoratori con il Fondo nuove competenze rinnovato con il decreto Agosto.
Fondo nuove competenze: novità nel decreto Agosto
Non sono molte le novità per i lavoratori in merito al Fondo nuove competenze nel decreto Agosto se non che lo stesso viene arricchito e rifinanziato dopo quanto previsto dal decreto Rilancio.
Il testo del decreto Agosto dedica al fondo l’articolo 4 – Disposizioni in materia di Fondo Nuove Competenze che recita:
“1. All’articolo 88, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, sono apportate le seguente modificazioni:
a) le parole “per l’anno 2020”, sono sostituite dalle seguenti: “per gli anni 2020 e 2021” b) dopo la parola: “impresa” sono aggiunte le seguenti: “ovvero per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori”; c) sono aggiunte in fine le seguenti parole: “Il predetto fondo è incrementato di ulteriori 200 milioni di euro per l’anno 2020 e di ulteriori 300 milioni di euro per l’anno 2021.”
Vediamo allora cosa prevede l’articolo 88 del decreto Rilancio che quello di Agosto va a modificare; al comma 1 recita:
“1. Al fine di consentire la graduale ripresa dell’attività dopo l’emergenza epidemiologica, per l’anno 2020, i contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, ovvero dalle loro rappresentanze sindacali operative in azienda ai sensi della normativa e degli accordi interconfederali vigenti, possono realizzare specifiche intese di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa, con le quali parte dell’orario di lavoro viene finalizzato a percorsi formativi. Gli oneri relativi alle ore di formazione, comprensivi dei relativi contributi previdenziali e assistenziali, sono a carico di un apposito Fondo denominato “Fondo Nuove Competenze”, costituito presso l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), nel limite di 230 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale SPAO.”
Non solo con il decreto Agosto le risorse del Fondo nuove competenze aumentano, ma viene specificato che la rimodulazione dell’orario di lavoro, a parità di stipendio, con parte dello stesso riservato alla formazione, sarà finalizzato a favorire i percorsi di ricollocazione dei lavoratori.
Fondo nuove competenze per il futuro dei lavoratori
A volere il Fondo nuove competenze è stata la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo che ne ha parlato sempre con molto entusiasmo.
“Servono strumenti incisivi che abbiano un impatto non solo sul presente ma anche e soprattutto sul futuro. Fra questi, il Piano nazionale per le nuove competenze al quale sto lavorando avrà un ruolo centrale. L’economista americano Lester Thurow, scomparso nel 2016, diceva che ‘l’arma competitiva del ventunesimo secolo sarà la formazione accompagnata dalle competenze della nostra forza lavoro’. Ed è proprio in questa direzione che dobbiamo viaggiare.”
E sempre nello stesso messaggio di lancio della misura del decreto Agosto la ministra ha dichiarato:
“Un viaggio già iniziato con il “Fondo nuove competenze” introdotto nel Decreto Rilancio, che sarà potenziato con il nuovo provvedimento che vareremo la prossima settimana, e che proseguirà con la riforma degli ammortizzatori sociali e il rilancio delle politiche attive del lavoro. A ciò verranno affiancati piani di rilancio di tutti i settori strategici del nostro sistema produttivo, investendo nel digitale, nell’economia verde, nelle grandi infrastrutture. Trasformiamo la crisi in opportunità progettando, insieme, il futuro del mercato del lavoro.”
A detta della ministra il Fondo nuove competenze con gli incentivi del decreto Agosto è solo un piccolo tassello di un progetto ancora più grande per il rilancio del mercato del lavoro. Per il Fondo nuove competenze è già disponibile il decreto attuativo.
Articolo pubblicato il giorno 27 Ottobre 2020 - 08:21