Per ogni addetto assunto, Softlab ha ricevuto 30mila euro da Jabil, somma calata negli ultimi mesi; fino all’inizio del 2020 infatti, per ogni addetto Jabil preso, Softlab riceveva 80mila euro. Un legame a doppio filo quelle che lega le due aziende, ma il meccanismo di “passaggio” da una societa’ all’altra, che sembrava ormai rodato, si e’ inceppato nelle ultime settimane. I sindacati chiedono di sapere quali sono le prospettive future di Softlab, che ha assunto oltre un terzo dei 350 lavoratori che Jabil ha deciso di licenziare. La Softlab aveva legato le assunzioni alla realizzazione di uno stabilimento nell’area industriale di Marcianise, ma il progetto e’ ancora in alto mare. Cosi’ il futuro per i lavoratori Jabil ricollocati in Softlab, resta un rebus, mentre i 130 addetti Jabil ancora da ricollocare, per ora restano fermi e non se la sentono di passare.
“La Softlab – scrivono in una nota le sigle Fiom-Cgil, FIm-Cisl , Uilm e Uglm – aveva prima preannunciato che stava definendo i dettagli per il contratto di affitto del capannone per avviare il sito produttivo a Marcianise, successivamente ha dichiarato che non e’ stato ancora individuato il sito e che ci vogliono ulteriori approfondimenti. A questo punto quali sono le reali intenzioni della Softlab? Quali sono i tempi circa la realizzazione del sito produttivo che deve nascere a Marcianise? E’ bene ricordare che Softlab Campania nasce da un percorso di reindustrializzazione in cui quasi il 90% dei lavoratori provengono da un’azienda in crisi (Jabil), i quali accettando la ricollocazione, hanno creduto nel progetto per dare certezze ai loro destini e quelli delle proprie famiglie”.
I lavoratori ex Jabil lamentano che dopo l’assunzione in Softlab, societa’ sponsorizzata dalla Regione Campania – all’inaugurazione delle sede di CASERTA vennero il Governatore De Luca e l’ex assessore al Lavoro Palmeri – hanno fatto solo cassa integrazione a zero ore, mentre alla Jabil lavoravano qualche giorno a settimana. Nel nuovo passaggio, molti sono stati formati, come sistemisti o programmatori, senza pero’ iniziare a lavorare. Intanto il tempo scorre, e il 12 dicembre prossimo scadra’ la cassa integrazione Covid, che ha permesso in questi mesi ai sindacati di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti per i dipendenti Jabil. Gia’ a giugno scorso, la Jabil, multinazionale Usa dell’elettronica, aveva deciso di dar seguito ai licenziamenti, gia’ annunciati dodici mesi prima, di 350 addetti su 700 del sito di Marcianise, inviando le lettere agli addetti da mandare via. Solo l’intervento del Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo scongiuro’ il licenziamento; furono giorni di grande tensione tra Marcianise e Roma.
Si decise di continuare a puntare sulla ricollocazione degli addetti Jabil in altre realta’ produttive, come appunto a Softlab, che aveva gia’ assunto decine di ex Jabil. Il 28 ottobre prossimo Softlab, Jabil e i sindacati si incontreranno per fare un punto della situazione; e’ ovvio che se i 130 addetti Jabil da ricollocare non passeranno in Softlab o altre realta’ saranno licenziati, sempre che non venga prorogato il blocco dei licenziamenti. Intanto una trentina di ex Jabil e’ stata ricollocata presso l’azienda sarda Orefice, che il primo novembre prossimo aprira’ uno stabilimento nell’area industriale di Pascarola, comune di Caivano , confinante con quella di Marcianise. Anche un’altra azienda, la Wattsud di Casavatore, vorrebbe assumere 25 addetti dalla Jabil.
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