Napoli. Truffa ai danni di una nota azienda napoletano per 300mila euro: un arresto a Torino.
Si erano frapposti nelle comunicazioni informatiche tra creditore e debitore e si erano fatti accreditare un bonifico di circa 300mila euro sui propri conti. E’ finito in manette anche l’ultimo criminale informatico.
Si chiude con l’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere un’articolata attività di indagine inerente il crimine finanziario ed in particolare le frodi informatiche realizzate con la tecnica del “man in the middle”, una tra le più avanzate insidie digitali che minacciano i comparti produttivi ed imprenditoriali del territorio nazionale. L’operazione compiuta in questi giorni dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino, rappresenta l’esito di una notevole progressione investigativa svolta nell’ambito della cyber-criminalità dedita al compimento di frodi informatiche finalizzate al riciclaggio; tali strutture criminali si servono sia di avanzate abilità informatiche sia dei vincoli di omertà esistenti tra i membri che orientano i flussi economici in massima parte verso paesi esteri. La truffa era stata denunciata presso il Compartimento Polizia Postale di Napoli nel luglio 2019 da parte dell’amministratore di un noto gruppo imprenditoriale campano il quale, attraverso una avanzata attività di social engineering, era stato indotto ad effettuare un versamento per quasi 300.000 euro su un conto corrente diverso da quello del legittimo creditore. I cyber criminali infatti si erano interposti nelle comunicazioni tra le due aziende studiandone a fondo l’organizzazione societaria ed una volta individuati i titolari del potere di spesa avevano attuato una variazione nell’IBAN per dirottare il denaro. La somma era stata poi ulteriormente distratta verso altri conti intestati ai cosiddetti “muli” al fine di occultarne la provenienza. La Procura della Repubblica di Torino ha emesso i relativi provvedimenti cautelari la cui esecuzione si è conclusa nei giorni scorsi con l’arresto in carcere dell’ultimo componente del gruppo. Il caso è emblematico di come la cyber-criminalità punti in modo sistematico ad aggredire gli attori produttivi, considerata l’ingente quantità di profitti che possono essere conseguiti attraverso l’attacco di tipo B.E.C (Bussiness E-mail Compromise), trappola in cui di frequente sono indotti a cadere. Ai fini preventivi e di tutela è bene adottare le seguenti precauzioni: contattare direttamente telefonicamente, sui contatti già in proprio possesso, i propri partner nel caso si notassero discrepanze relative alle modalità di pagamento ( cambio IBAN etc.); cambiare sovente le password e verificare se le regole predefinite di ricezione delle mail sono state cambiate; proteggere la rete WIFI utilizzando password efficaci – in merito consultare i consigli elencati al seguente link http://www.commissariatodips.it/notizie/articolo/scegli-password-efficaci /index.html attivare l’identificazione a “due fattori” per l’accesso ai servizi di home banking; prestare attenzione nell’uso degli smartphone, ci facilitano la vita ma non ci permettono di vedere errori grossolani fatti dai malviventi che su un normale computer sarebbero facilmente individuabili; aggiornare sempre il sistema operativo; installare un antivirus e antimalware; sensibilizzare ed aggiornare il personale preposto al pagamento delle transazioni commerciali informandolo riguardo tali fenomeni di “hacking”.
Articolo pubblicato il giorno 26 Ottobre 2020 - 16:40