“Il sistema assistenziale soprattutto in alcune aree della Lombardia e’ vicino al collasso. I modelli matematici piu’ accreditati prevedono una crescita degli infetti esplosiva in poco tempo. Solo gli interventi preventivi potranno ridurre l’impatto sulla mortalita’ della popolazione”. Lo afferma Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento CoViD-19 dei Pronto Soccorso lombardi, che in un suo appello raccomanda la necessita’ “che tutti i cittadini riducano al minimo i contatti sociali e adottino sempre le piu’ importanti misure di prevenzione: mascherine, distanziamento e lavaggio delle mani”.
“L’aumento repentino dei contagi – continua Bertolini – ha raggiunto il livello soglia che determina uno stress sul sistema ospedaliero”, che significa “fare i conti con un aumento quotidiano ‘esponenziale’ di malati CoViD-19 che arrivano in Pronto Soccorso. Alcuni di loro hanno urgente bisogno di ossigeno per respirare e talora di presidi ventilatori. Ma in molti casi non trovano possibilita’ di ricovero immediato per l’assenza di letti disponibili e restano per 24-48-72 ore (ma a volte ancor di piu’) nell’area del Pronto Soccorso in attesa di una destinazione”. E accanto a questi malati, “molto piu’ che a marzo e aprile – sottolinea Bertolini – vi sono malati non-CoViD, critici e non. Il risultato e’ avere dei Pronto Soccorso in estrema sofferenza con aree sovraffollate, senza il necessario distanziamento”.
Per questa situazione il coordinatore dei Pronto Soccorso lombardi chiede alle autorita’ sanitarie di applicare subito “misure piu’ restrittive di contenimento della diffusione del virus nella societa’ almeno nelle aree piu’ a rischio (come Milano) senza indugio”. Perche’ “le ultime misure rappresentano un passo avanti, ma purtroppo non sono sufficienti”. Tra queste, l’istituzione di “centrali operative in grado di prendersi cura dei pazienti al domicilio con tele-monitoraggio e che facciano da filtro territoriale in modo da ridurre il ricorso improprio al Pronto Soccorso”.
E poi “aumentare la ricettivita’ delle strutture di cura per i pazienti meno gravi” e sospendere temporaneamente negli ospedali l’attivita’ assistenziale ‘rimandabile’, cosa gia’ disposta dalla Regione “ma la sua applicazione risulta incerta e non sistematica”. Infine “bisogna che gli ospedali piu’ piccoli e periferici attivino davvero, come ha disposto la Regione, molti piu’ posti letto per quei pazienti Covid-19 che non necessitano di cure avanzate”.
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