Giancarlo Siani, giornalista professionista. A 35 anni dall’omicidio del cronista de Il Mattino, ucciso dalla camorra, l’Ordine nazionale e l’Ordine regionale dei giornalisti hanno consegnato il tesserino bordeaux alla famiglia di Giancarlo.
Aveva 26 anni e muoveva i suoi primi passi nel mondo del giornalismo quando la sera del 23 settembre 1985, sotto casa sua, fu ucciso per gli articoli che aveva scritto sulla camorra a Torre Annunziata, provincia di NAPOLI, e la commistione tra politica e malaffare per gli interessi economici del post terremoto dell’80. Giancarlo, quella sera, sotto casa, non ebbe scampo. I sicari gli scaricarono addosso i caricatori. Ucciso per chiudergli la bocca, dunque. Ma forse i suoi assassini e i mandanti di quell’omicidio non immaginavano che, negli anni, il suo ricordo non sarebbe sbiadito, ma che, giorno dopo giorno, sarebbe diventato sempre piu’ forte. Contro la camorra, nelle parole di Roberto Fico, presidente della Camera, “siamo in una guerra di trincea e dobbiamo vincerla, vicolo per vicolo, partendo dall’esempio di Giancarlo Siani”. “Come Stato abbiamo le carte in regola per vincere – ha detto alla cerimonia organizzata con la Fondazione Giancarlo Siani Onlus e la Fondazione Polis – Dobbiamo darci l’obiettivo di sconfiggere la criminalita’ organizzata e la cultura di quella criminalita’ per vivere in un Paese in cui non esistano piu'”. In una lettera del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pubblicata da Il Mattino, il Capo dello Stato ha evidenziato che “Giancarlo Siani fu ucciso proprio per il lavoro svolto, per l’onesta’ e l’intelligenza con cui onorava il diritto alla libera informazione, raccontando i delitti della malavita e le trame di chi ne tirava le fila. E’ stato testimone del miglior giornalismo”. Oggi la tradizionale deposizione di fiori alle rampe Siani, ma anche altro.
E’ stata, infatti, distribuita la nuova edizione del libro che raccoglie i suoi articoli:’ “Le parole di una vita. Gli scritti giornalistici di Giancarlo Siani” (IODedizioni), a cura di Raffaele Giglio, presentato da Carlo Verna e Ottavio Lucarelli, rispettivamente presidente nazionale e regionale campano dell’Ordine dei giornalisti. In edicola con Il Mattino, invece, e’ stato distribuito “Giornalista giornalista”, che contiene 33 articoli tratti dall’opera omnia “Giancarlo Siani, le parole di una vita”. Ed ancora, con l’edizione partenopea di Repubblica, e’ in distribuzione “La stampa addosso”, edito da Repubblica, in collaborazione con Guida Editori, di Armando D’Alterio, il magistrato che, con le sue inchieste, ha contribuito a fare luce sull’omicidio di Giancarlo. “Oggi Giancarlo rivive non solo attraverso il suo volto sorridente di giovane di 26 anni – ha detto il fratello Paolo Siani – ma parla ai napoletani: e’ il segnale che le cose si modificano, ma ci vogliono impegno, coraggio e perseveranza”. “Giancarlo era animato da passione civile – ha commentato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, tra i premiati della 17esima edizione del Premio Siani – Quello di Giancarlo era giornalismo come etica della conoscenza, come ricerca e coraggio della verita'”. A ricordare Siani, anche il sindaco di NAPOLI, Luigi de Magistris: “Raccontava l’intreccio tra camorra e politica, storie fondamentali per la democrazia e lo sono ancora oggi nel momento in cui le mafie, con forme diverse rispetto all’85, continuano a occupare e inquinare spazi rilevanti della democrazia”.
Articolo pubblicato il giorno 23 Settembre 2020 - 21:17