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Rivolta e danni nel carcere di Bari

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Rivolta e danni nel carcere di Bari

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E’ quanto accaduto ieri sera verso le 22,00 nel reparto alta sicurezza della 3 sezione del penitenziario di Bari, dove sono ristretti circa 40 detenuti. C’è stato lo sfondamento delle celle utilizzando le brande. Per questo sono stati trasferiti in mattinata una parte dei rivoltosi in altre carceri, ma restano i danni. I detenuti hanno dormito nella sezione detentiva teatro della rivolta, fuori dalle celle inagibili. Il sindacato Fs-Cosp, in una nota, afferma: “Grave ancora una volta quanto accade nelle prigioni italiane e pugliesi, per quanto verrebbe raccontato, la sommossa che nella serata di ieri avrebbe interessato circa 20 reclusi alta sicurezza dei 40 ristretti della terza sezione del carcere di Bari e che poi ha visto anche la partecipazione di una intera ulteriore seconda sezione con 100 detenuti. Una protesta fatta di scardinamento delle porte delle celle d’ingresso divelte alcune dalle cerniere, serrature spaccate, gettito d’acqua, olio, masserizie, pasta per terra. Tanto che successivamente per tutta la notte hanno dovuto i detenuti lavoranti ripristinare l’agibilità della sezione”. Sempre secondo il sindacato Fs-Cosp la protesta sarebbe avvenuta, secondo fonti interne, per via del diniego da parte del medico di guardia di inviare uno dei detenuti in ospedale. Il recluso – si aggiunge – viene indicato come appartenente o, affiliato al clan Strisciullo, ed avrebbe con i suoi compagni utilizzato le brande delle proprie celle come arpione, sfondando i cancelli. Per la federazione sindacale Cosp sicurezza e difesa, guidata da Domenico Mastrulli, la regione Puglia mantiene una forza detentiva oltre le 4.000 persone detenute, ma la situazione del carcere di Bari è indicata esplosiva per sovraffollamento, per carenza di 80 unità di personale ed anche per il troppo e tanto personale distaccato o in servizio fuori dal carcere.

 


Articolo pubblicato il giorno 5 Settembre 2020 - 19:49


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