Il gip Fortuna Basile del Tribunale di Nola ha convalidato l’arresto eseguito nei confronti di Michele Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola, la ragazza morta nella notte tra venerdì e sabato ad Acerra . Nei suoi confronti il gip ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere. I reati contestati a Michele Gaglione sono omicidio preterintenzionale “con l’aggravante di aver agito per motivi abietti o futili, non condividendo la relazione affettiva della sorella” con Ciro Migliore in quanto quest’ultimo è un ragazzo trans. Michele Gaglione resta quindi nel carcere napoletano di Poggioreale.
“Io e Paola dovevamo scappare insieme, per venire qui ad Acerra a vivere. Quando l’hanno scoperto, il fratello e il padre l’hanno picchiata. Era il 13 luglio”. A raccontarlo è Ciro Migliore, compagno di Maria Paola Gaglione, ragazzo trans la cui relazione con Maria Paola era osteggiata dalla famiglia di quest’ultima. “Per il futuro sognavamo di vivere insieme, di essere felici – ha proseguito Ciro – ora provo solo dolore. Questa volta me l’hanno tolta per sempre”.
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“Non è vero che è stato un incidente”, ha spiegato ancora Ciro che si trova ricoverato nella clinica Villa dei Fiori ad Acerra per le ferite riportate nella caduta. Respinge la versione fornita dal fratello di Maria Paola, Michele Gaglione. “Mi è corso dietro, mi voleva per forza ammazzare. L’abbiamo incontrato per caso, me lo sono trovato dietro”. Ciro ha raccontato che qualche giorno prima dell’accaduto “Michele è venuto sotto casa mia e mi voleva tagliare la testa, c’era anche mia madre, può confermarlo. Mi ha detto che mi avrebbe ammazzato. Mi diceva che non dovevo stare con la sorella altrimenti mi ammazzava”.
“La mia famiglia mi vuole bene per quello che sono, non ce la faccio piu’. Doveva succedere a tutte e due. Io la voglio vedere per l’ultima volta a Maria Paola”. Cosi’ Ciro nel corso di una conferenza stampa con la sua famiglia ricorda la compagna Maria Paola. “Dovevo morire assieme a lei ma lasciatemela vedere per l’ultima volta”, dice ancora Ciro Maglione, il trans che aveva una relazione con la ventenne morta dopo essere stata investita sul motorino dal fratello. “Devono pagare Michele, la mamma e il papa’. Tutti e tre devono pagare. Ma quale incidente, non e’ vero”, ribadisce la madre. “Il problema non era che io non avevo un lavoro. Per loro eravamo due femmine”. Ha spiegato ancora Ciro Migliore. Lo scenario che emerge e’ quello di una famiglia che non avrebbe accettato la relazione tra la figlia e Ciro perche’ quest’ultimo e’ transessuale. “Sognavamo solo di essere felici e di stare insieme. Ora – racconta Ciro parlando dalla clinica dove e’ ricoverato – provo solo dolore. Ero fidanzato con Paola da tre anni, e’ ancora la mia fidanzata, anche se non c’e’ più”.
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