Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, sceglie di parlare ai giovani affinché siano determinanti in un momento che può diventare spartiacque tra un autunno gestibile e l’inizio di una nuova crisi. «Mi preoccupa – prosegue Scotti – ciò che vedo sui social, spaccati di “movida quotidiana” che sono incompatibili con una politica efficace di contenimento del virus». Il timore del presidente dei Medici di Napoli è legato soprattutto al diffondersi delle prime sindromi influenzali, che possono portare, se non si rispettano le regole, ad un improvviso aumento dei contagi. Di qui l’invito di Scotti a rispettare le norme che hanno consentito alla Campania di essere, nel corso della prima ondata, tra le regioni virtuose d’Italia. Comportamenti che potrebbero anche aiutarci a vivere «la stagione influenzale più “leggera” degli ultimi anni».
Il risvolto della maglia è proprio questo, se si terrà alta la guardia contro il Covid anche l’influenza di stagione potrebbe non essere un problema. «Paradossalmente – precisa il leader dei camici bianchi partenopei – siamo ad un bivio: potrebbero essere i nostri mesi peggiori o, al contrario, la migliore stagione influenzale da molto tempo a questa parte. Saranno i nostri comportamenti a fare la differenza». Portare la mascherina, lavarsi le mani, mantenere il distanziamento fisico, avvertire il medico in caso di sintomi. E il vaccino antinfluenzale darà una mano. Ne è convito Silvestro Scotti, che ricorda come «i comportamenti che adottiamo per arginare il coronavirus siano utili a limitare anche tutte le malattie che hanno le stesse modalità di trasmissione, come l’influenza appunto». Il mix con «la somministrazione di un maggior numero di dosi di vaccino potrebbe creare la situazione migliore per la riduzione dei casi», aggiunge.
Dal presidente Scotti arriva però anche un allarme rispetto ai tempi con i quali i vaccini contro l’influenza saranno disponibili negli studi dei medici di famiglia e nei distretti sanitari: «Purtroppo temo che ci saranno dei ritardi. In questo senso non sono state rispettate né le linee guida del ministero della Salute, né le raccomandazioni dell’Aifa, secondo le quali avremmo dovuto iniziare con le vaccinazioni già i primi di ottobre. Ad oggi non abbiamo informazioni chiare sui tempi». Prima di arrivare negli studi medici, infatti, i vaccini percorrono diverse tappe: dalla Regione alle Asl, poi i distretti territoriali e in ultima istanza i medici di famiglia. Bisogna lavorare sui meccanismi di distribuzione e accelerarli il più possibile se non vogliamo che le somministrazioni possano partire nell’ultima settimana di ottobre. «Quest’anno – conquide Scotti – le richieste sono moltissime e le procedure di sicurezza da rispettare non aiuteranno certo a sveltire le somministrazioni. Ecco perché una volta di più noi medici chiediamo a tutti di darci i tempi giusti e aiutarci sulla logistica organizzativa, poiché quest’anno le soluzioni alla complessità della pratica vaccinale faranno la differenza per i medici e per i cittadini, mantenendo ovviamente i principi assistenziali di sicurezza».
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