strong>ROMA – Apprendiamo con piacere che i Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha firmato l’ordinanza per l’attivazione immediata da parte delle Asl delle procedure per ricercare i medici, gli infermieri e gli assistenti sanitari da dedicare all’attività di prevenzione e controllo dell’infezione da SARS-CoV 2 nelle scuole e per i servizi educativi nel Lazio. Si tratta di professionisti da acquisire anche attraverso la stipula di specifici contratti libero professionali e attraverso l’utilizzo delle graduatorie delle procedure concorsuali già in corso.
Ancora una volta ci si presenta un’Italia a diverse marce per questioni che, invece, dovrebbero essere affrontate in maniera organica e generale.
La graduale ma pericolosa ripresa dei contagi, con l’imminente inizio delle attività scolastiche, sta mettendo in fibrillazione mondo politico e società civile.
Si cercano soluzioni ad hoc per consentire agli studenti di ogni età di riprendere le normali attività di istruzione nella massima sicurezza. Finalmente anche la FNOPI, che rappresenta gli Ordini degli infermieri e che è anche ente sussidiario dello Stato, ammette la necessità indispensabile della presenza di infermieri nelle scuole, soprattutto nei primi momenti, a tempo pieno, per creare e supportare un percorso di conoscenza, sensibilizzazione e intervento immediato a supporto degli studenti di ogni età.
«Apprezziamo senza dubbio, esordisce Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up Sindacato Infermieri Italiani, che finalmente si cominci a parlare di infermiere scolastico. E’ noto che già alcuni mesi fa, prima dei nuovi contagi, nella fase 2 poi divenuta fase 3, questo sindacato chiedeva a gran voce l’inserimento di figure professionali infermieristiche da impiegare a tempo pieno nelle scuole.
Ma ancora una volta, sbotta De Palma, a parte i casi singoli come quello della regione Lazio, ci troviamo di fronte a un atteggiamento politico assolutamente incomprensibile.
Prima di tutto, continua De Palma, non esiste un confronto con i sindacati, il Governo dialoga “con gli enti sussidiari dello Stato”, che tuttavia non hanno la competenza di legge nell’affrontare e risolvere specifiche problematiche inerenti la realtà di lavoro ed organizzativa degli infermieri.
Qualcuno forse non vuole capire, o più semplicemente fa finta di non comprendere: il problema è che stiamo parlando di scelte delicate, che comportano riflessi diretti ed indiretti sull’inquadramento giuridico contrattuale che attiene alla nostra categoria professionale, ambiti questi di stretta competenza dei datori di lavoro e dei sindacati.
Alla luce di tutto ciò non condividiamo in alcun modo, sotto il profilo sindacale, anche l’avanzata ipotesi resa pubblica dalla FNOPI, ma che tuttavia sembra essere stata accantonata anche da parte dalla Regione Lazio, che pare aprire ad un possibile impiego, tout court, dei circa 9 mila infermieri previsti dal decreto rilancio, quindi parliamo degli infermieri di famiglia e di comunità, per attribuirgli il ruolo di infermiere scolastico. Stiamo parlando di una attività che, per l’impegno richiesto, dovrebbe essere svolta a tempo pieno, almeno all’inizio. Per il Nursing Up, invece, gli infermieri scolastici dovranno essere figure distinte, individuate attraverso l’assegnazione di nuove e specifiche risorse economiche, beninteso, senza escludere la possibilità che una parte degli infermieri di famiglia possa essere utile nelle scuole, che sono parte integrante della comunità, ma non certo attraverso un loro impiego a tempo pieno ed in forma esclusiva.
Ma su questo è necessario aprire un confronto sindacale. Insomma, qui si parla di utilizzo di risorse professionali nell’ambito del rapporto di lavoro, quindi materia specificatamente sindacale, pensare di impiegare tutti gli infermieri di famiglia negli istituti scolastici rischia di essere un boomerang pericoloso e limitante per questi ultimi , che invece dovranno essere chiamati a svolgere un alveo molto più consistente e variegato di funzioni professionali .Perciò vanno immaginate nuove risorse, e per questo motivo ancora una volta chiediamo al Governo di creare un tavolo di confronto con i sindacati per trovare soluzioni valide per tutto il territorio nazionale, che siano praticabili in un momento delicatissimo, a pochi giorni dal suono della campanella. Brancolare nel buio adesso o lasciare la problematica alla discrezionalità organizzativa delle singole regioni rappresenta un rischio altissimo, che potrebbe proiettare gli studenti in condizioni di non sufficiente tutela in dipendenza del territorio preso in considerazione. Merita in ogni caso un plauso qualsiasi decisione che garantisca la presenza degli infermieri negli istituti scolastici, noi lo abbiamo chiesto tra i primi, ma ora il Governo intavoli un confronto concreto con chi, per legge ha la specifica competenza sulla materia», conclude De Palma.
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