Qui si sana una vergogna durata ventitré anni. Ieri l’Antiquarium, dedicato al preside archeologo Libero D’Orsi, ha riaperto i battenti a Quisisana nella prestigiosa sede di Palazzo Reale.
Il percorso è a dir poco meraviglioso grazie alla bellezza dei reperti, alla delicata cromia delle pareti, a un attento allestimento che spazia in maniera diacronica e topografica avvalendosi anche di alcuni approfondimenti tematici e alla magnificenza della Reggia. È un viaggio nella storia stabiana, dalle origini fino all’eruzione del Vesuvio, con otto secoli che si materializzano davanti agli occhi dei visitatori. Inoltre è la possibilità di vedere come l’arte, in tale arco di tempo, si sia affinata e di comprendere aspetti della vita materiale dei nostri antenati.
In mostra i reperti dell’ager stabianus (Santa Maria delle Grazie, Gesini, Carmiano ecc) con postazioni degne dei grandi musei europei che sprigionano una bellezza senza tempo da vetrinette, pareti e scaffalature.
Visitarlo dà una gioia incredibile, forse per il piacere di riabbracciare una parte della propria storia o di rivedere antichi parenti, dati quasi per scomparsi.
All’inaugurazione hanno partecipato anche il neocittadino onorario prof. Massimo Osanna, già sovrintendente del Parco di Pompei e ora direttore generale dei musei d’Italia, l’ingegnere Gaetano Cimmino sindaco di Castellammare, e il dott. Francesco Muscolino già dirigente degli Scavi di Stabia eora direttore del museo archeologico di Cagliari.
Tra le tante buone notizie c’è anche quella della ripresa degli scavi a Villa San Marco dove numerosi ambienti attendono ancora di essere riportati alla luce.
Pierluigi Fiorenza
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