“Ricorreremo al Tribunale del Riesame” hanno detto dopo la convalida del fermo da parte del Gip di Nola, gli avvocati Domenico Paolella e Giovanni Cantelli. Il giudice ha applicato nei confronti di Michele Antonio Gaglione un’ordinanza cautelare in carcere per omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi e lesioni nei confronti di Ciro Migliore, il compagno transgender di Paola. Secondo gli inquirenti Michele Antonio Gaglione, con la sua potente moto, ha inseguito lo scooter sul quale viaggiavano la sorella e Ciro, e provocato il grave incidente nelle prime ore dello scorso 11 settembre, ad Acerra. Michele Antonio e la sua famiglia non condividevano la relazione sentimentale tra Maria Paola e Ciro. Ai carabinieri, Ciro ha riferito che durante l’inseguimento Michele Antonio lo ha più volte minacciato di morte dicendogli, testualmente “ti taglio la testa”. Ciro, diventato anche il principale testimone in questa vicenda, ha raccontato anche che la caduta è avvenuta dopo avere ricevuto da Michele Antonio un calcio sul lato sinistro dello scooter (segni di pedate sono stati rilevati dai carabinieri sul lato sinistro del motociclo). Secondo Michele Antonio, invece, la caduta sarebbe avvenuta a causa della perdita di controllo dello scooter da parte di Ciro. Il fratello della vittima davanti ai carabinieri e oggi davanti al giudice per le indagini preliminari di Nola ha ammesso l’inseguimento, le percosse a Ciro ma non di avere causato il tragico incidente in cui ha perso la vita la sorella.
Il gip ha motivato la decisione di lasciare Michele Antonio Gaglione sostenendo che vi possa essere il pericolo di recidiva. D’altronde, nei confronti di Ciro Migliore, la famiglia di Maria Paola non ha mai nascosto una grande avversione. “Solo la custodia cautelare in carcere riuscirà a scongiurare efficacemente il pericolo di reiterazione criminosa…”. Ha scritto il Gip di Nola, Fortuna Basile nell’ordinanza con la quale oggi ha convalidato l’arresto del 30enne Michele Antonio Gaglione, 30 anni. Secondo gli inquirenti Gaglione, con la sua potente moto Honda ADV ha inseguito lo scooter Honda SH 300 sul quale viaggiavano la sorella e il suo compagno Ciro che era alla guida, fino a farlo cadere provocando la morte di Maria Paola. “Risultano particolarmente gravi ed allarmanti – scrive ancora il gip – le modalità e le circostanze dell’azione che denotano l’incapacità dell’indagato di controllare le proprie pulsioni aggressive e denotano una accentuata pericolosità sociale” tanto che “non assume rilevanza alcuna lo stato di incensuratezza”. Per il gip esistono “gravi indizi di colpevolezza in relazione alla condotta contestata all’indagato”; inoltre “solo la custodia cautelare in carcere riuscirà a scongiurare efficacemente il pericolo di reiterazione criminosa, apparendo a tal fine inadeguata la misura cautelare degli arresti domiciliari”. Il giudice, però, sottolinea, anche che Michele Antonio ha comunque tenuto un atteggiamento “collaborativo, fornendo elementi utili alla ricostruzione dei fatti e rendendo anche dichiarazioni autoaccusatorie”.
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