E’ questa la versione dei fatti fornita dalla famiglia di Maria Paola e Michele Gaglione – e riportata dal parroco del Parco Verde di Caivano don Maurizio Patriciello – in merito all’ incidente che ha provocato la morte della giovane nella notte tra venerdi e sabato. La notte dell’incidente infatti, su disposizioni del pm, Michele Antonio e’ stato fermato per lesioni gravi, quelle a Ciro, e morte in conseguenza di un altro reato, ma dopo il suo racconto, l’ipotesi di reato a suo carico e’ stata modificata in omicidio preterintenzionale.
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Ma su Facebook, subito dopo la tragedia di Caivano, la mamma di Ciro, il ragazzo trans che aveva una relazione con Maria Paola, ha gridato tutto il suo dolore, accusando apertamente Michele Antonio “di aver commesso deliberatamente un omicidio perche’ non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. I figli si accettano cosi’ come vengono. Paola riposa in pace”.
“Una tragedia immensa. Sono stato tutta la mattina a parlare con Pina e Franco, i genitori di Maria Paola: sono distrutti. Sono in un mare di lacrime”. A dirlo, parlando del dramma nel Napoletano, don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde di Caivano dove vive la famiglia Gaglione che ha perso la figlia Maria Paola nell’incidente avvenuto venerdì scorso, mentre il fratello è in carcere, accusato di omicidio preterintenzionale, per la morte della giovane.
Volevano tornare a vivere nel Parco Verde, a Caivano. La loro relazione era recente, anche se convinta. Ma questo Michele Antonio Gaglione, 30 anni, disoccupato, non riusciva ad accettarlo. “Volevo darle una lezione. Era infetta. Le ho viste passare in scooter e le ho inseguite”, dice ai carabinieri, parole senza conferme ufficiali ma filtrate comunque. Reo confesso e’ nel carcere di Napoli-Poggioreale, in attesa di comparire davanti al gip di Nola, probabilmente domani. Sua sorella Maria Paola, 20 anni (et non 22, come erroneamente detto in precedenza, ndr.) compiuti a luglio, senza occupazione anche lei, e’ morta cadendo dal motorino Honda Sh che lui ha inseguito e preso a calci sulla carena, nel tentativo di fermarlo, la notte dell’11 settembre scorso, la stessa in cui e’ stato arrestato. Alla guida del mezzo c’era Ciro, all’anagrafe Cira Migliore, 22 anni, il compagno della vittima, ora ricoverato nel reparto Ortopedia dell’ospedale Villa dei Fiori di Acerra per le ferite riportate nell’incidente e, sempre secondo voci di corridoio, per un pestaggio subito dall’omicida che ancora non aveva realizzato che la sorella, rovinata al suolo subendo un impatto con un tubo dell’irrigazione che l’aveva ferita alla gola, era deceduta.
Lui era in sella a una moto Honda Rc 95 quando ha visto Maria Paola e Ciro sfrecciare lungo la strada provinciale tra Caivano e Cancello verso Acerra, e si e’ messo sulla loro scia, cercando di bloccarle. Ciro ha perso il controllo dell’Honda Sh in curva lungo via Etruschi; Maria Paola e’ morta, e Michele Antonio e’ fuggito; ma quello che in un primo momento era apparso come un incidente stradale provocato da un pirata della strada, grazie alle parole del trans 22enne ferito si e’ rivelato un dramma dell’omofobia.
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