Il giorno dopo le elezioni regionali in Campania in cui il Presidente De Luca ha trionfato con la sua armata di 15 liste, prendiamo atto che i Cittadini campani non abbiano compreso la proposta fatta da esponenti del mondo della Sanità, nonostante la Tutela della Salute Pubblica sia un tema sensibilissimo per gli abitanti dei territori campani e sia stato uno dei principali cavalli di battaglia di De Luca nella sua campagna elettorale e nella sua lotta contro il COVID 19.
In particolar modo nella circoscrizione di Napoli nessun medico è riuscito a far arrivare ai Cittadini il proprio contributo per poter affrontare le tematiche della Sanità e conseguentemente essere eletto. Evidentemente agli elettori sono arrivati messaggi distorti per la divergenza delle proposte in un momento delicato per l’intera popolazione. Causa di tale divergenza è evidentemente la frattura consumata all’interno della Categoria. Una frattura insita sia nella medicina ospedaliera, che territoriale, che universitaria.
Allo stato attuale in Campania la Categoria medica vive un momento drammatico proprio perché vi è una parte della Categoria che si crogiola sui cosiddetti “diritti acquisiti”, che non sono altro che privilegi a cui la stessa non vuole rinunciare. Ciò comporta che i medici anziani vicini alla pensione hanno costruito un fortino che difendono con le unghie e con i denti dalla giovane categoria, affinché quest’ultima entri in Professione in tempi relativamente dilatati, possibilmente dopo che gli anziani siano andati in pensione. Basta guardare il nuovo AIR della Medicina Generale 2019, siglato da tutte le Associazioni sindacali, in cui è normato che le indennità delle nuove Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) sono elargite proporzionalmente all’anzianita’ di convenzione; oltre ad aggiungere che tali AFT stanno sorgendo con 300 medici di famiglia in meno, a causa del perseverante ritardo di Regione Campania nel pubblicare e assegnare gli ambiti carenti di Medicina Generale, al cui nessun rappresentante di Categoria si è espresso contro attraverso un atto ufficiale. Forse è modo di tenere chiuso il fortino?
Idem discorso vale per i colleghi ospedalieri che soffrono turni massacranti per carenza di organico, mentre tanti specialisti sono a rinfoltire sacche di precariato; così come sono sottoposti i medici specialisti ambulatoriali ad una lunga gavetta prima di poter esercitare da titolari nei
propri territori. Per non parlare dei medici che restano fuori dal percorso formativo post laurea e devono aspettare anche anni per una specializzazione universitaria o la specializzazione territoriale della Medicina Generale.
Questa spaccatura intergenerazionale sta portando alla perdita di autorevolezza della figura medica e lo si vede proprio in questi ultimi risultati elettorali. La conseguenza di ciò è, purtroppo, quella di avere una Sanità in cui il medico è sempre meno protagonista e consentire ad altre figure professionali di dettare la linea dove costruire la Sanità de futuro. Medici senza Carriere, a tal proposito, invita tutta la Categoria ad una riflessione interna e fare autocritica affinché si possa comprendere che la Categoria medica è forte solo quando è unita e
viaggia nella medesima direzione.
Medici senza Carriere propone un confronto con tutti coloro che in questo momento hanno l’onere di governare la Categoria medica, dalle associazioni di Categoria, alle istituzioni ordinistiche di Napoli e anche delle altre province campane, affinché si possa ritrovare l’unione di
intenti con pari dignità, valorizzando l’esperienza dei colleghi anziani, ma anche gratificando la voglia e l’entusiasmo dei giovani che scalpitano per entrare in Professione e prendersi cura della Professione stessa, che in questo momento si trova in uno stato di patologia, che non vorremmo divenisse irreversibile a causa di dinamiche di autoreferenzialita’, dettate da egoismi personalistici.
Articolo pubblicato il giorno 22 Settembre 2020 - 14:08