Il patron del Lazio, Claudio Lotito, ottiene il primo sì di palazzo Madama per ottenere un seggio da senatore. La storia inizia all’indomani delle elezioni del 4 marzo 2018, quando Lotito, candidato con FI, presenta ricorso per l’ultimo seggio assegnato con la parte proporzionale del Rosatellum in Campania. La corte d’appello lo assegna al senatore azzurro Vincenzo Carbone – da poco, con un tempismo quasi sospetto, passato a Italia Viva – ma il presidente biancoceleste chiede il riconteggio e il dossier arriva sul tavolo della giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato.
I lavori dell’organo paragiurisdizionale di palazzo Madama vanno avanti per due anni. Primo relatore del caso Campania è il senatore azzurro Lucio Malan che, un po’ a sorpresa, dopo aver chiesto di esaminare le schede, stabilisce che lo scranno non spetta né a Carbone, né a Lotito ma a Giuseppe De Cristofaro (candidato di Leu, ora sottosegretario all’istruzione).
La sua proposta, però, viene bocciata e il nuovo relatore Adriano Paroli (FI) dà ragione al patron della Lazio. La giunta vota e approva la sua relazione. Oggi, nel corso della udienza pubblica in Senato, le due parti hanno espresso le proprie ragioni e poi la camera di consiglio ha deciso l’annullamento dell’elezione di Vincenzo Carbone. I voti a favore di Lotito sono stati 12, 7 quelli a favore di Carbone. Hanno votato in favore del presidente biancoceleste i sei senatori della Lega, i quattro di FI, l’esponente di FdI e quello delle Autonomie. Contro il suo ricorso i tre senatori M5S, i tre Iv e l’esponente Pd. Si astiene Pietro Grasso, di Leu, in polemica con la decisione della Giunta di non prendere in considerazione “due anni di lavoro fatto dal comitato Campania, che ha stabilito – sottolinea – che i dati della corte di appello di Napoli sulla base dei quali è stata fatta la proclamazione erano inesatti”.
Mentre i dati corretti avrebbero portato , a suo dire, all’elezione di De Cristoforo.Adesso, in ogni caso, l’ultima parola spetterà all’aula di palazzo Madama, che dovrà esprimersi entro 20 giorni da oggi. Se nessuno dovesse obiettare la decisione della giunta, Carbone decadrebbe e Lotito – dopo alcuni passaggi formali – siederebbe al suo posto. E’ qui, però, che entra in gioco la battaglia politica. La maggioranza, infatti, che già combatte con numeri assai risicati in Senato, potrebbe ribaltare quanto stabilito oggi.
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