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L’inchiesta sull’omicidio di Luana Rainone passa a Torre Annunziata

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L’inchiesta sull’omicidio di Luana Rainone passa alla Procura di Torre Annunziata.

Un cambio legato alla competenza territoriale, visto che l’omicidio della 31enne originaria di Sarno fu consumato a Poggiomarino. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Federico Nesso, che dovrà ora concludere le indagini partendo dal lavoro svolto dai colleghi di Nocera Inferiore. L’indagato è l’amante della vittima, Nicola Del Sorbo, 34 anni, di Sant’Egidio del Monte Albino, ora in carcere. L’uomo aveva confessato l’omicidio ai carabinieri, dopo essere stato messo alle strette a seguito di una serie di contraddizioni emerse durante il suo racconto, quando fu sentito nell’immediatezza dei fatti. Del Sorbo avrebbe ucciso la donna il 23 luglio scorso, al termine di una lite, con una coltellata alla gola.

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Questo, dopo aver consumato droga e un rapporto sessuale. Stando al suo racconto, la donna gli aveva chiesto di riferire all’attuale compagna di quella relazione. Poi l’avrebbe colpito nella concitazione con un calcio, tentando di strappargli il telefono di mano. L’uomo reagì, afferrando un coltello in cucina e colpendo alla gola la donna con un unico fendente. Il corpo fu poi avvolto in un materasso, con delle corde a legare gli arti di Luana, per poi essere nascosto nel pozzo nero davanti alla baracca dove viveva Del Sorbo. Ora il pm di Torre riguarderà tutto il lavoro svolto dagli inquirenti di Nocera, per poi concludere le indagini, non prima di aver svolto una serie di attività, nel caso qualcosa resti ancora avvolto da dubbi o circostanze poco chiare. Il marito della vittima aveva denunciato la scomparsa della moglie il 23 giugno. Tra le attività da concludere, ci sarà quella di valutare se l’uomo fosse capace di intendere e di volere durante le fasi del delitto, in ragione dell’uso di sostanze stupefacenti che consumò poco prima. Questo, anche secondo una perizia richiesta della difesa. Secondo il gip, la donna fu vittima di un omicidio, ma non aveva alcuna intenzione di allontanarsi da casa. Resta ancora non risolta, inoltre, la destinazione della somma di 600 euro, soldi che la vittima prelevò il giorno della sua scomparsa, prima di recarsi in casa dell’uomo, dalla sua carta del reddito di cittadinanza.


Articolo pubblicato il giorno 22 Settembre 2020 - 20:30

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