Leda inaugura un trittico, dal titolo Storie di seduzione e castigo, dedicato alla rilettura di tre figure chiave della mitologia classica (le altre due sono Arianna e Atteone), le cui rappresentazioni abbondano a Pompei e a Stabia.
Il primo appuntamento è per l’11 settembre ore 17,30 (ingresso pubblico ore 17.00) al Teatro Grande degli Scavi con una Lectio di Laura Pepe e la lettura scenica dell’attrice Elena Bucci.
L’evento, che ha riscontrato un grande interesse da parte del pubblico è già sold –out, ma sarà integralmente fruibile sul sito web del Parco http://www.pompeiisites.org, nei giorni successivi.
Seguiranno altri due incontri, il 18 settembre, a Villa Arianna a Stabia ore 17,30 (ingresso pubblico ore 17.00), con Arianna e Teseo, Lectio di Corrado Bologna, accompagnata dalla lettura scenica di Valentina Carnelutti. E di nuovo al Teatro Grande di Pompei, il 25 settembre ore 17,30 (ingresso pubblico ore 17.00) con l’appuntamento dedicato al mito di Diana e Atteone, Lectio di Gennaro Carillo e lettura scenica di Federica Rosellini.
“ Il riavvio degli eventi a Pompei, come per le campagne di scavo, a seguito di un complicato periodo di stasi per il Paese vuole rappresentare un segnale verso la ripresa culturale e turistica dei luoghi d’arte e del turismo. – dichiara Massimo Osanna – Da qui la scelta di un evento di grande qualità artistica, a partecipazione gratuita, seppur soggetto alle limitazioni imposte dalle misure sanitarie. Aprire, inoltre, la rassegna con il mito di Leda, che rinvia alla recente e ormai nota scoperta dell’affresco dall’omonima casa lungo via del Vesuvio, rinvenuto nel corso degli interventi di consolidamento dei fronti di scavo, intende essere un omaggio, ma soprattutto un buon auspicio a una nuova stagione del sito”.
Il mito di Leda, la bellissima regina di Sparta, madre di Clitennestra e posseduta da Zeus che assume sembianze di cigno, sarà l’occasione per un discorso più ampio sul tema della seduzione nel mondo antico, affidato a Laura Pepe, professoressa di Diritto greco all’Università Statale di Milano, autrice, tra l’altro, del fortunato Gli eroi bevono vino. Il mondo antico in un bicchiere (Laterza). Dall’amplesso con Zeus nascerà Elena: il che ci fa capire quanto questo mito sia cruciale per l’immaginario dell’Occidente.
Coerentemente con la formula del ciclo, il racconto storico e la messa a punto critica di Laura Pepe si integreranno con la lettura scenica inedita di Elena Bucci, autrice, regista, attrice più volte vincitrice del Premio UBU, che al cinema ha recitato anche in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino.
Elena Bucci si forma nella compagnia di Leo de Berardinis e fonda e dirige, con Marco Sgrosso, la compagnia teatrale Le belle bandiere. Dirige e interpreta testi classici e contemporanei, scrive drammaturgie originali spesso intrecciate con la musica, crea progetti dove dialogano diverse arti, conoscenze e discipline e ha riaperto al pubblico spazi della memoria dimenticati. Si affaccia a tratti al cinema e ha costruito solide collaborazioni con artisti ed enti in Italia e all’estero. Si occupa di alta formazione teatrale e ha pubblicato su volumi e riviste. Tra i premi: Premio Ubu per le sue drammaturgie e regie, Premio Ubu per le interpretazioni con Claudio Morganti, Premio Duse, Premio Hystrio-Anct, premio Hystrio Altre Muse, premio Olimpici per il Teatro. Per altre notizie: http://www.lebellebandiere.it; http://www.buccielena.blogspot.it, http://www.facebook.com/ElenaBucci.FanClub
“Quello di Leda non è solo un mito di metamorfosi; è anche una storia perturbante di fascinazione animale che inaugura una tradizione lunghissima (si pensi a un film come Max mon amour di Nagisa Oshima). Qui Leda ammicca allo spettatore, più compiaciuta che meravigliata dall’amplesso incongruo col dio/bestia. – aggiunge Gennaro Carillo – Fossimo al cinema, e non nell’alcova di un ricco pompeiano, diremmo che la regina di Sparta guarda in macchina, rompendo l’illusione drammatica, come a voler prendere le distanze dal mito, ridotto a mero preludio alle delizie della vita coniugale. Questo riuso prefigura il destino moderno del mito classico: una sopravvivenza a bassa intensità, magari sotto forma di allegoria, di rinvio a qualcos’altro. Il tempo in cui i mortali credevano alle proprie finzioni è finito. Ma ripensando a quel tempo dell’origine, feroce e ingenuo, a quelle età che Vico chiamava degli dei e degli eroi, i moderni possono solo struggersi di nostalgia. “
La rassegna prevede una seconda sezione “Che cosa è stato il cinema italiano”, dedicata al la visione di classici d’autore restaurati, presso il Cinema Montil di Castellammare. Il calendario delle proiezioni sarà a breve comunicato sul sito http://www.pompeiisites.org
La partecipazione agli incontri è gratuita su prenotazione obbligatoria all’ indirizzo scenamitica@gmail.com per un numero limitato di spettatori, come imposto dalle misure di contingentamento e distanziamento previste dalla normativa sanitaria.
La disposizione del pubblico sarà soggetta alle misure di distanziamento sociale previste dalla normativa sanitaria in corso.
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