“Benche’ sia considerata una delle piu’ nobili e rispettabili professioni al mondo, dotata di fascino, carisma e altissimo valore sociale, quella di avvocato ha ricevuto ieri una delle batoste piu’ dure”. Cosi’, Claudia Majolo, presidente di Unione praticanti avvocati (Upavv), commenta gli esiti dell’esame sostenuto a dicembre dagli aspiranti avvocati superato soltanto dal 30% dei candidati.
“L’esito delle correzioni e’ davvero impressionante – dice ancora Majolo – oltremodo scandaloso. Oggi, infatti, la Corte d’Appello di Napoli, l’unica a dover ancora comunicare i risultati ai propri iscritti, ha reso noti gli esiti. Benche’ non ci si aspettasse una percentuale altissima di ammessi agli orali, la realta’ e’ stata ben peggiore, con quasi il 70% dei bocciati. La stragrande maggioranza degli aspiranti avvocato, infatti, e’ stata giudicata assolutamente indegna per svolgere questa “gloriosa professione”, compromettendo ancor di piu’ una situazione che ha del paradossale.
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Non solo abbiamo aspettato mesi per avere una qualche comunicazione in merito ma siamo stati gli ultimi a ricevere gli esiti, con uno stato emotivo facilmente immaginabile. La percentuale di Napoli, corretta dalla Corte d’Appello di Milano, e’ tra le piu’ basse d’Italia: se il dato nazionale complessivo fa registrare circa il 42% degli ammessi all’orale, a Napoli si tocca appena il 30%. E cio’ e’ assolutamente inammissibile. Tutti i candidati, pertanto, dovranno fare un tempestivo accesso agli atti non solo per visionare i propri scritti ai fini di un eventuale ricorso ma anche per capire quali siano stati i criteri in ordine alle correzioni degli elaborati”.
“C’e’ anche di piu’ – aggiunge Majolo – e riguarda il prossimo bando. Siamo giunti a settembre e dal Governo tutto tace. Non sappiamo ancora se il prossimo esame si terra’ regolarmente a settembre e, soprattutto, si ignorano del tutto le modalita’ di svolgimento dello stesso. Misureranno la temperatura a tutti i candidati? Come si potra’ assicurare la necessaria distanza tra i candidati? Senza contare, inoltre, gli spazi poco arieggiati e i servizi igienici insufficienti, soprattutto considerando la mole dei partecipanti nelle Corti d’Appello piu’ grandi”.
“Ora piu’ che mai – conclude la presidente di UpAvv – si esige una riforma di un esame che svilisce una professione cosi’ importante. Non dimentichiamo mai, come ebbe a dire il ministro Bonafede, che quest’esame di abilitazione e’ frutto del caso e non e’ affatto meritocratico. Quindi, cosa si aspetta a cambiarlo? Noi di Upavv ci batteremo in tutte le sedi affinche’ cio’ avvenga, soprattutto in tempi rapidi. L’accesso a questa professione non puo’ essere piu’ demandato a un destino, ancorche’ beffardo”.
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