Con una mossa senza precedenti, l’azienda Moderna che sta sperimentando uno dei vaccini piu’ promettenti contro il Covid ha reso pubblico il suo protocollo sperimentale: lo evidenzia il virologo Roberto Burioni che sul suo sito Medical Fact spiega che le procedure rese note serviranno a capire se il vaccino funzionera’.
Lo studio Moderna e’ “progettato” per riuscire a “vedere” un’efficacia del 60% della vaccinazione nel proteggere da COVID-19. Alla domanda se un vaccino con un’efficacia del 60% possa essere utile risponde: “sappiate che io in questo momento firmerei con il sangue per avere un vaccino sicuro ed efficace al 60%. Se cosi’ fosse, pero’, ci sarebbero importanti implicazioni sociali e la presenza dei negazionisti sarebbe un problema per tutta la nostra comunita’ e non solo per la loro salute”. L’ipotesi e’ che sui 30.000 pazienti arruolati (15.000 hanno ricevuto il vaccino e 15.000 una finta vaccinazione, il placebo) in 6 mesi s’infetti lo 0,75% degli arruolati. Nel caso che il vaccino funzioni, nel gruppo placebo si infettera’ lo 0,75%, mentre nel gruppo dei vaccinati gli infettati saranno lo 0,30%. Immaginando che questo accada lo studio potra’ essere interpretato quando si raggiungeranno 151 casi di contagio complessivi, che si spera siano principalmente nel gruppo dei non vaccinati. “Questo dovrebbe richiedere circa 10 mesi dal momento in cui si e’ vaccinato il primo partecipante allo studio (non tutti vengono vaccinati contemporaneamente).
Ovviamente se il virus circola piu’ intensamente si fa prima, se il virus circola poco ci vuole piu’ tempo”. Una critica, seppure minore, osserva Burioni, che si puo’ muovere a questo protocollo e’ il calcolare anche i casi molto lievi: l’escluderli avrebbe dato un’idea migliore della efficacia del vaccino, ma non lamentiamoci, sono dettagli non fondamentali. Lo studio si svolge “in cieco”: “nessuno – neanche i medici o i capi dell’azienda – sa chi e’ stato vaccinato (due somministrazioni a distanza di quattro settimane) per davvero e chi e’ stato vaccinato per finta con una soluzione salina”, spiega Burioni. Questi dati sono disponibili solo a un comitato ristretto che ha il potere di fermare lo studio in ogni momento. Ma perche’ uno studio puo’ essere fermato? Esclusivamente per motivi etici, aggiunge, “se ci si accorgesse che nessuno dei vaccinati si ammala e diversi dei non vaccinati si ammalano, con una forte validita’ statistica, sarebbe non etico privare chi e’ stato vaccinato per finta del vaccino vero. Attenzione pero’: se si interrompe lo studio dopo avere vaccinato 7.000 persone invece che 15.000 si avranno magari dati affidabili sull’efficacia, ma si dovra’ rinunciare a qualcosa sul fronte della sicurezza”. Puo’ anche accadere il contrario, ovvero che tra i vaccinati si registrino effetti collaterali gravi, o una malattia piu’ grave (in passato e’ pure successo che i vaccinati si ammalassero piu’ gravemente) e in questo caso sarebbe inaccettabile continuare a vaccinare i partecipanti. “Nessuna di queste due eventualita’ si e’ verificata nel momento in cui scrivo, per cui dobbiamo aspettare incrociando le dita”.E su quando arrivera’ il vaccino Burioni ricorda che il direttore dei Centers for Disease Control ha detto mercoledi’ scorso che il vaccino – nella migliore delle ipotesi – non sara’ disponibile su larga scala prima dell’estate 2021; poco dopo il Presidente Trump ha smentito dicendo che il vaccino potrebbe essere disponibile di qui a poche settimane. Come ho gia’ detto, la fretta in questo caso e’ una cattiva consigliera. Intanto teniamo duro, usiamo le mascherine, manteniamo le distanze, evitiamo i luoghi affollati e se le cose vanno bene questo e’ l’ultimo inverno con questo virus tra i piedi in modo massiccio. Poi ci rifaremo”.
Articolo pubblicato il giorno 19 Settembre 2020 - 19:47