“La Francia avra’ bisogno del lockdown totale, noi no se ci comportiamo bene, ma Lazio e Campania sono a rischio”. E’ secco e risoluto il giudizio di Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Universita’ Cattolica e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, che in un intervista alla Stampa chiarisce: “Servono due settimane per esserne certi, ma la prima impressione e’ positiva. E’ stato importante riportare dieci milioni di persone alla normalita’, che pero’ va assicurata nel tempo”.
Poi Ricciardi analizza: “Tutte le citta’ e le regioni sono ripartite alla pari. In primavera Lombardia e Piemonte erano i territori piu’ colpiti, mentre ora sono Lazio, Campania e Sardegna” mentre “la Francia e’ in una situazione difficile per cui credo che dovra’ fare un lockdown totale anche prima”, insiste Ricciardi per il quale “bisogna tenere presente che i contagiati effettivi sono circa cinque volte quelli accertati, ma non e’ tanto il numero che conta quanto come questo preme sul sistema sanitario. In Francia le terapie intensive di Marsiglia e Nizza cominciano a spostare pazienti a Parigi e questo con i contagi crescenti non puo’ che portare al lockdown”.
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Quanto all’Italia, “il lockdown generale spero sia difficile, ma tutto dipende dai comportamenti degli italiani. Se saremo bravi non ne avremo bisogno, anche se in alcune zone si sta perdendo il controllo come in Lazio o in Campania”, tuttavia tra Itali e Francia “ci sono delle differenze”.
Sulla stessa linea ma meno catastrofico invece Alessandro Guerra, direttore aggiunto dell’Oms e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), che in un’intervista al Corriere della Sera spiega: “Non ci sono state esplosioni di casi, e’ una lenta risalita di persone positive che non porta per il momento a intasamenti in ospedale. Il sistema di monitoraggio da’ la possibilita’ di controllare con precisione e tempestivita’ la situazione e di capire se peggiora”. E per il momento la situazione “e’ sotto controllo”. Secondo Guerra “gli italiani, a differenza di quanto si dice, sono molto disciplinati, a parte qualche episodio isolato di mancato rispetto delle regole” perche’ “la gente ha capito che non si puo’ scherzare”. Inoltre, il sistema di ricerca dei contatti – secondo Guerra – “e’ stato rafforzato con risorse umane e strumentali da ministero e regioni. Siamo il primo Paese per numero di tamponi effettuati, con una logistica molto efficace disposta dal commissario straordinario”.
Pero’ avverte l’esperto, si devono “individuare subito i focolai per evitare che raggiungano dimensioni tali da dover ricorrere a lockdown. Non credo proprio ci sia il rischio di chiusure totali, pero’ gli italiani dovrebbero dare un’altra prova di collaborazione”, che secondo Guerra sarebbe “scaricare l’app Immuni, la migliore in Europa, la piu’ garantista per la privacy”. Poi spiega: “Quando ordiniamo un pasto con Internet o acquistiamo un oggetto online allora si’ che siamo identificabili e non capisco come mai si debba aver paura di una app che aiuterebbe, invece, a contrastare l’epidemia, specie con l’arrivo dell’autunno che portera’ con se’ un inevitabile aumento di casi Covid confondibili con l’influenza ordinaria”.
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