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Conservieri pronti a scioperare: scontro sul rinnovo del contratto tra lavoratori e aziende del settore

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Pronti allo sciopero di quattro ore dal 9 ottobre. I sindacati del settore conserviero, dopo la riunione di ieri, organizzeranno l’astensione con modalità diverse da fabbrica a fabbrica e presidi in tutte le aziende conserviere campane in vista dello sciopero generale del settore agroalimentare per chiedere alla maggiore delle associazioni degli industriali del settore, l’Anicav, di rispettare l’intesa sottoscritta a luglio e firmare il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore.

I segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Campania hanno adottato la decisione alla presenza del segretario nazionale Flai-Cgil, Angelo Paolella .

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Le parti sociali stigmatizzano l’atteggiamento di Anicav, che solo in Campania rappresenta 13mila lavoratori nel settore conserviero, e chiedono «di sottoscrivere il contratto che darà maggiori diritti alle lavoratrici e ai lavoratori del settore facendo scattare, da gennaio 2021, l’aumento contrattuale». Paolella ha sottolineato che «il settore conserviero resta uno dei pochi nell’agroalimentare a non aver ancora sottoscritto il contratto, nonostante sia stato tra i pochi a non fermare le proprie attività durante il lockdown ».

Immediata la replica di Giovanni De Angelis , direttore generale dell’Anicav: «Ci è difficile immaginare “azioni di lotta” considerato che Anicav, con l’accordo ponte sottoscritto con Flai-Fai e Uila lo scorso 13 maggio ha riconosciuto tutte le maggiorazioni salariali alle proprie lavoratrici e lavoratori, compresi gli stagionali, oltre a garantire gli impegni sul welfare. Auspichiamo una ripresa del negoziato per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro Industria Alimentare, non comprendendo la pretesa di parte sindacale di voler estendere l’intesa del 31 luglio, raggiunta con tre associazioni delle 14 dell’alimentare, all’intero settore». Il rinnovo è stato sottoscritto finora da Unionfood, Assobirra e Ancit (che rappresentano aziende dolciarie, della pasta, birra e tonno) che “valgono” il 30% del fatturato dell’industria alimentare italiana. «È scorretto attribuire la valenza del rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare all’intesa sottoscritta il 31 luglio dai sindacati con ‘solo’ tre associazioni di industriali », ha affermato Silvio Ferrari, vicepresidente di Federalimentare- Confindustria in una lettera ai sindacati, che allo stesso tempo, sono stati invitati «a negoziare con le altre categorie una diversa soluzione».


Articolo pubblicato il giorno 12 Settembre 2020 - 18:43

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