Fin da questo fine settimana sarà vigente a Caserta un’Ordinanza che vieta il consumo di bevande alcoliche nei luoghi pubblici in un ampio perimetro cittadino, a partire dalle zone che, anche recentemente, sono diventate teatro di continui assembramenti e talvolta di fenomeni di microcriminalità oltre che di pericolo per la salute, la sicurezza e l’ordine pubblico.
E’ un atto concordato con il signor Prefetto, con il signor Questore e con i vertici delle Forze dell’Ordine, che consideriamo indispensabile e necessario per la sicurezza in città e per indirizzare, specie i più giovani, a comportamenti corretti e osservanti le norme cui tutti ci dobbiamo uniformare per allontanare il rischio del contagio da covid-19.
E’ questa una azione che potrà essere efficace solo se condivisa e riconosciuta da tutti, cittadini e imprese. Mi auguro, quindi, che la sua osservanza sià generalizzata.
Chi riterrà ancora di essere superficiale e di mettere a rischio la sicurezza e la salute degli altri, incorrerà nelle sanzioni che saranno comminate con il concorso di tutte le Forze di Polizia operanti in città.
” I Baretti rischiano di morire. I commercianti pagano per l’assenza di controlli”. E’ questa la posizione di Giuseppe Russo, presidente della Fipe Confcommercio, sull’ordinanza del sindaco di Caserta Carlo Marino con la quale è stata vietata la vendita di alcol, dalle 23 alle 8 del mattino, in una sorta di ‘zona rossa’ dove si verificano disordini pubblici come ad esempio le risse dell’ultimo week end.
Per Russo con il provvedimento del Comune “i baretti rischiano di morire”. Si tratta di attività commerciali che “pagano per colpa di qualche testa calda che crede che la città sia un far west”. L’ordinanza “è troppo pesante per i commercianti sia per la sua lunghezza (fino al 31 dicembre) sia per gli orari eccessivamente penalizzanti, con lo stop alle 23 – dice ancora Russo – Si poteva pensare a soluzioni differenti. Noi capiamo che c’è bisogno di controllo dell’ordine pubblico e che le risorse umane scarseggiano ma non possono pagare i commercianti per questo. L’ordinanza è sicuramente la soluzione più semplice ma anche quella più traumatica per il commercio cittadino che vive un periodo di forte stress post Covid. Di certo non è una soluzione che risolve il problema. Fino a quando non si aumentano i controlli e si puniscono le teste calde che danneggiano il commercio non cambierà nulla”.
Infine, il presidente della Fipe Confcommercio sottolinea anche la disomogeneità del provvedimento con alcune aree escluse dall’ordinanza (si pensi alla zona di via Botticelli o piazza Pitesti e via Settembrini) ed altre dove invece vigerà il divieto. “Si rischia di generare effetti di concorrenza sleale – ammonisce Russo – A questo punto tanto valeva estendere il provvedimento a tutti senza fare figli e figliastri”, conclude.
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