Per la Corte di Cassazione non fu il ras Salvatore Fido detto O’ Chio a decretare la morte di Vincenzo Di Pede e quindi non fu il mandante.
Per questi fatti il Tribunale del Riesame di Napoli aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP ritenendo che le dichiarazioni del pentito che lo accusava fossero generiche e poco credibili.Il collaboratore di giustizia Umberto D’Amico aveva infatti affermato di essere a conoscenza dei fatti per delle confidenze che gli avrebbe fatto Fido durante un periodo di detenzione in comune.
La DDA aveva proposto ricorso avverso la decisione del Tribunale della Libertà ma la Suprema Corte lo ha respinto. Fido Salvatore, assistito dal collegio difensivo composto dagli avvocati Domenico Dello Iacono, Leopoldo Perone e Giuseppe Milazzo per questo episodio resta libero. In attesa del processo davanti alla Corte d’appello che lo vede imputato come nuovo capo ed organizzatore del Clan Mazzarella.
Articolo pubblicato il giorno 17 Settembre 2020 - 18:54